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sabato 23 Novembre 2019, ore 13:00

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30.11.'19 ─►

Queste "news" tornano al loro aspetto abituale, quello di un riassunto dei fatti accaduti nel corso degli ultimi giorni, specie di ieri/oggi/domani come l'omonimo film eheheh. Ovviamente è una rassegna personale, anche perchè mica sono un'agenzia stampa o un giornale... L'ex Ilva/ArcelorMittal sta mostrando il suo reale aspetto: una specie di Alien che entra in un'industria metallurgica che funziona, la "spolpa" e poi passa a quella successiva. Nel 2002 acquisì la Mittal e di questa importante società siderurgica è rimasto solo il nome; altri impianti sono chiusi in Francia e Olanda e adesso sta facendo lo stesso in Italia. Si presentò nel 2016 comprando l'Ilva dai Riva e diabolicamente blandì la politica nazionale, e Taranto, con promesse piani lungimiranti ecc. ecc. Poi con il crollo nel mercato dell'acciaio, il proprietario della ArcelorMittal — tale Lakshmi M. — si rese conto che poteva solo perderci un sacco di soldi. È fra i più ricchi dell'India con un patrimonio di circa 11,6 miliardi di dollari; ha l'11% di una squadra inglese, spese milioni di dollari per il matrimonio dei figli MA NON VUOLE ANDARCI IN PARI COME SE AVESSE UN'ONLUS. Ogni anno il personale dell'Ilva costa circa mezzo miliardo! Inoltre la quantità di acciaio prodotta non basta per invertire il trend: ce ne vorrebbero 6 milioni di tonnellate con l'inevitabile inquinamento. La multinazionale ha così preso la revoca dello "scudo" come pretesto per lasciare; dell'incarico se ne è occupata Lucia Morselli che in materia di dismissioni ha un ricco cv... Per poi farsi volere ancora più male, ha cinicamente cessato il pagamento delle fatture alle tante aziende dell'indotto! La magistratura vuole vederci chiaro e così la multinazionale ha promesso che smetterà di fare il bindolo; comunque sia, per chi vanta anche milioni d'euro di credito, non ci farei la bocca... La politica invece è nel marasma più completo, dopotutto da Renzi-Calenda a Conte-Di Maio (rispettivamente premier e ministro del MISE) cosa è cambiato? Le strade sono due: rendere quel luogo, uno dei più inquinati di diossina d'Europa, un parco come è stato fatto nella Ruhr oppure tornare all'Italsider. Ovviamente l'azienda va rimessa apposto per essere inquinante al minimo; già che ci siamo, andrebbe messo in soffitta il carbone che come combustibile fossile è maledettamente inquinante. Rimanendo in tema di "dismissioni", che dire di Alitalia? Come volevasi dimostrare, è come la bella dalle lunghe ciglia; per di più ha bisogno dell'ennesimo prestito-ponte. Verrebbe la voglia di chiudere baracca e burattini, una volta per tutte. Ma non è la soluzione perchè la compagnia di bandiera può andare avanti solo servizio di trasporto nazionale come faceva Itavia, prima che fosse soppressa come gli occupanti di un suo aereo... Farneticare di <<soluzione di mercato>> serve solo a non inquadrare il problema: Alitalia è ridotta allo sfascio, mica per colpa dei piloti e delle hostess (che per la vita che fanno vanno incontro alla menopausa precoce); sono i raccomandati, gli imboscati, quella pletora di personaggi che con i loro stipendi a vari zero zavorrano tutto. Per ognuno che si fa il mazzo, ci sono dieci le cui uniche priorità sembrano essere quelle di stilare report, produrre diagrammi di flusso o grafici a torta che non servono ad una mazza. Scimmiottare British Airways non serve, perchè loro sono inglesi immuni ai "funghi tumorali" che infestano invece in Italia le compartecipate. Cambiando adesso argomento, da oggi al 7 Dicembre gli abitanti di Bougainville votano nel referendum per l'indipendenza dalla Papua Nuova Guinea. Questa isola, grande pressappoco come Cipro, fino al 1975 era ufficialmente sotto amministrazione australiana. Comunque già dal 1949 il Territorio di Papua e Nuova_Guinea/Papuasia aveva ottenuto una certa indipendenza; nel 1972 il nome cambiò in Papua Nuova Guinea ed il 01.12.1973 ottenne l'autogoverno. La piena indipendenza arrivò il 16.09.1975; così Bougainville fu automaticamente integrata nella nuova nazionale. Già l'11 Ottobre dichiarò unilateralmente la propria indipendenza; la secessione fu subito risolta, ma poi a fine anni Ottanta il sentimento separatista riemerse. L'esercito rivoluzionario dichiarò nel 1990 la Repubblica indipendente di Bougainville. Nel 1991 fu firmato un accordo di pace con la Papua Nuova Guinea; i combattimenti ripresero nel 1996 con l'assassinio del capo di governo; finalmente nel 1998 fu raggiunto un armistizio su cui vigilano un gruppo di osservatori australiani, e poi dell'Onu. Nel 2001 con un altro accordo di pace fu stabilito il disarmo, la creazione di un governo autonomo ed... un referendum per l'indipendenza. Il risultato di questi, già scontato, non è vincolante e dovrà essere approvato dal parlamento della della Papua Nuova Guinea. Se Bougainville sarà nazione, chissà quando, sarà la più giovane; finora il primato è del Sud Sudan nato nel 2011. Passando ad altro, in Cile sembra rivedere il clima da anni Settanta quando fu attuato la cosiddetta operazione Condor. Il mandante era alla Casa, mentre l'esecutore (insieme ad altri) prese il Nobel per la pace! Purtroppo questo clima di buonismo peloso impedisce di affibbiare i giusti aggettivi a certe persone perchè sono di colore, oppure di altra religione; quindi non si può dare del criminale a H. K. perchè ebreo... Ma il passo verso il razzismo e l'antisemitismo è breve; così accade che in Italia ci sia uno strisciante clima d'odio verso certe "minoranze" che ricorda quasi il Ventennio. Ben venga il cosiddetto ‘movimento delle sardine’ che possa stemperare il clima. È bello sentir cantare “Bella Ciao”, però non in chiesa come vuole fare un mio compaesano diventato sacerdote; questo perchè durante la messa si possono intonare solo canti liturgici. Lo dice il codice di diritto canonico che non è un'opinione; inoltre la Chiesa non è una democrazia, ma piuttosto una struttura verticistica dal Papa, ai cardinali, ai vescovi fino ai sacerdoti che devono rispettare i tre voti. Quindi il mio consiglio vivissimo a don Biancalani è quello d'astenersi nell'intento perchè già la Diocesi si è espressa al riguardo con una lettera. Se vuole farsi destituire, è l'occasione giusta... Rimanendo in tema religioso, il Papa dopo aver visitato la Tailandia è in Giappone ¦programma viaggio¦. Domani visiterà due luoghi simbolo: Nagasaki, la città con più cattolici, e poi Hiroshima. Il 9 Agosto 1945 ‘Fat man’ esplose a 550 metri d'altezza con una potenza di 25 chilotoni. Anche se due volte più potente di quella sganciata tre giorni prima, gli effetti letali furono contenuti dalle colline su cui era adagiata la città giapponese. Il monte Hicosan, e forse un intervento divino, protesse la città-convento Mugenzai no Sono/‘‘giardino dell'Immacolata (fondato da padre Kolbe). Invece la cattedrale di Santa Maria a Urakami subì una sorte peggiore perchè la bomba esplose proprio lì sopra... Era la più grande chiesa cattolica dell'Asia orientale; fu costruita dal 1877, pochi anni dopo che era stata ristabilita la libertà religiosa. Il luogo apparteneva al capo villaggio dove i cosiddetti kakure kirishitan erano sottoposti al yefumi. In Giappone quasi tutti i cristiani stavano a Nagasaki, città che fu scelta per il secondo bombardamento all'ultimo momento perchè il "primo obiettivo" (Kitakyūshū) aveva tempaccio. Tornando a quella mattinata d'Agosto, l'esplosione colpì in pieno la cattedrale uccidendo all'istante gli occupanti (due sacerdoti che confessavano ed una trentina di fedeli); le campane si fusero come fossero burro, l'altare venne divelto; rimase solo la cupola appoggiata al suolo ed una parte della facciata ¦foto¦. Fra le rovine furono trovate la testa della statua lignea della Madonna e la statua di Santa Agnese. Quest'ultima, quasi integra, è al Palazzo di Vetro in un corridoio che porta al Consiglio di Sicurezza [leggi qui]. Anche Hiroshima ha visto un miracolo nel bombardamento: la Chiesa dell'Assunzione era/è a mezzo chilometro dall'ipocentro; nel raggio di 1,5 km da questo punto, sulla cui verticale a 580 metri d'altezza esplose ‘Little boy’, quasi nessuno sopravvisse. La maggior parte morì vaporizzata all'istante; gli altri perirono per le ferite termiche e la pioggia sporca. I quattro gesuiti che stavano nel presbiterio accanto alla chiesa rimasero feriti solo per le schegge. Quando uscirono - dopo un giorno in cui imperversavano gli incendi - erano praticamente illesi [vedi foto dove si possono notare accanto alla chiesa ancora in piedi]. I medici, fra cui quelli americani arrivati sul luogo, ne pronosticarono la morte entro breve tempo. Invece godettero di ottima salute e morirono per cause naturali! Tornando al viaggio di Bergoglio in Giappone, non è dato a sapersi se andrà al vicino Monumento alla pace dei bambini‘/Genbaku no ko no zō [‘‘statua ai bambini colpiti dalla bomba atomica’’] in ricordo di Sadako Sasaki. Questo luogo è vicino al ‘Memoriale della Pace’/Genbaku Dome [‘‘cupola della bomba atomica’’]; è tradizione lasciare lì una gru di carta, un origami che in Giappone è simbolo di longevità e buona salute. Chiudendo per così dire con il profano, cioè il binomio consumismo-‘sterco del diavolo’, state approfittando del cosiddetto Black Friday? Originalmente, dal 1952, negli Stati Uniti era il venerdì successivo al Giorno del Ringraziamento (quarto giovedì di Novembre); allora si compravano i regali per Natale. In Italia questo giorno si è "esteso" per arrivare ad una settimana dove Amazon & company ci invitano ad essere posseduti dal demone dell'acquisto. Ho provato a cercarlo fra questi demoni, ma non l'ho trovato... Secondo quanto scritto qui, il demone del denaro è uno dei sette demoni principali (uno per ogni vizio, differente dal peccato). Tale gerarchia è confermata anche la Bibbia che di demoni riporta sette. Equiparando la frenesia del comprare - e non essere comunque soddisfatti - al "vizio di gola", il demone corrispondente sarebbe Belzebù (non quel politico pluriministro passato a miglior vita nel 2013 eheheh). Mi scuso per la divagazione fra consumismo e demoni; che ci posso fare, se talvolta parto per la tangente? Riguardo l'argomento iniziale, non dico di fare come me che mi ritengo quasi un compulsivo dell'acquistare su quella-azienda-di-cui-non-farò-il-nome; però l'economia va fatta girare, o no? Dopo questa specie di esortazione allo spendere, chiudo con le consuete rubriche: sette giorni a cura di Giorgio dell'Arti (domenica 17, lunedì 18, martedì 19, mercoledì 20giovedì 21, ieri, oggi); foto atlantiche settimanali (giovedì 14-giovedì 21). Ecco la mia cinquina di foto: Idimostranti spruzzati di spray al peperoncino nei disordini in atto in Bolivia. II‘Donaldo’ in conferenza stampa davanti alla Casa; sembra un pupazzo con la sua zazzera impagliata e la cravatta rossa. IIIi suoi "appunti" scritti in stampatello grande perchè mi sa che è ormai ciecato. IVuna donna turca che accarezza sul divano un vitello/animale domestico. Vun elefantino che chiede cibo, regione del Surin in Tailandia. Infine ecco lo speciale/In Focus della settimana: quello sugli incendi che hanno devastato l'Australia. In particolare sono colpiti il Nuovo Galles del Sud e la cosiddetta Capricornia (chiamata così perchè attraversata dal tropico del Capricorno). È una parte del Queensland, Stato nello parte nord-orientale; questa zona, dove si produce la maggior parte della lana, vorrebbe diventare uno stato a sé. Il nome proposto è per l'appunto Capricornia che esiste già come divisione elettorale sulla Capricorn Coast [clicca qui]. Tornando ai roghi australiani, circa 350 koala sono morti. La popolazione locale si sta mobilitando per metterli in salvo; ricordo che il Phascolarctos cinereus, pur stimato in un numero di circa 80.000, si ritiene non più in grado di procreare adeguatamente in modo da mantenere una varietà genetica atta alla sopravvivenza della specie (secondo quanto dichiarato dall'AKF). La Fiorentina in quel di Cagliari ha sicuramente giocato la peggiore gara della stagione; contro i rossoblu non c'è stata storia, anche se Pezzella ha avuto l'occasione del momentaneo pareggio. Gli isolani erano andati in vantaggio al 17’ con una superba azione in verticale con tocchi di prima che sembrava di vedere il Barcellona... Dragowski prima para un diagonale di Simeone che si era fatto tutto il campo in ripartenza, ma poi non può nulla sulla zuccata di Pisacane: 2-0 al 26’! Il centrocampista ha indicato con le mani il numero tredici, quello di Davide Astori che proprio nel Cagliari esordì in serie A (179 presenze, 3 gol, dal 2008-09 al 2013-14). I viola, in maglia, si sono fatti di nuovo surclassare al 34’ quando Nainggolan, prima tira su Dragowski e poi rimette in mezzo la palla respinta che Simeone devia di tacco! L'ex attaccante gigliato non ha voluto esultare; è solo scoppiato a piangere per l'emozione. Intanto Montella rimaneva di sale a bordo campo assorto in chissà quali pensieri; uno di questi è stato quello di fare il primo cambio: Lirola per Sottil dal 1’ della ripresa. Ma ormai la frittata era fatta e così è arrivato anche il 4 a 0 di Joao Pedro su preciso assist di Nainggolan. Questi al 20’ s'inventa anche il 5-0 con una sassata dal limite! Il Cagliari ha tirato un po' i remi in barca e così Vlahović, avendo più spazio, realizzava una doppietta al 30’ e 42’. Montella chissà come è riuscito a trovare del "positivo" in questa batosta; a suo dire, i <<ragazzi sono giovani>> e quindi possono sbagliare; alè. La società ha fatto sapere che al rientro di tutti i giocatori dalle loro Nazionali si sarebbe svolto un incontro, ovviamente all'interno dello spogliatoio. Il commissario tecnico Mancini ha convocato Castrovilli e Chiesa; nella gara vinta 3-0 in Bosnia l'ha fatto entrare all'87° per Insigne [vedi tabellino]. Chiesa è rimasto in panca, ma nella successiva gara con l'Armenia ha giocato titolare segnando anche una rete, la nona nell'incredibile 9-1! Tornando alle vicende della ‘Viola’, la mini striscia-positiva è durata solo due gare e così alla terza ecco la sconfitta (quarta stagionale e seconda in trasferta). Lo score è modesto: 16 punti in dodici gare, nona posizione a sei lunghezze dalla zona Europa League. Commisso ha voluto trovare almeno una nota "positiva" (i due gol di Vlahović); ma comunque si è detto rattristato per i tanti tifosi, giunti fino in Sardegna [leggi]. Il tecnico non rischia l'esonero, però è urgente che inverta il trend e si decida per soluzioni più logiche (tipo Chiesa esterno di centrocampo, un centravanti fisso Vlahović o Pedro che sia...). Purtroppo mancheranno Castrovilli e Pulgar squalificati, comunque rientrerà Ribery. Ho scritto anche troppo; quindi indico la prossima gara di campionato che non si fermerà fino a Natale. Sarà una trasferta in casa di una "gemellata", nell'occhio della bufera per una parte della sua tifoseria razzista: Hellas Verona(15,decima)Fiorentina(16,nona)1-0sintesi"pagelle"│alle 15 di domani, tredicesima giornata.  La Pistoiese con la capolista ha giocato una discreta partita mettendo gli avversari anche in difficoltà; però alla distanza, questi sono cresciuti; così vero il trentesimo della ripresa sono passati in vantaggio capitalizzando al meglio un'occasione da rete. Capitan Valiani aveva chiesto lo stadio pieno; la tifoseria ha risposto con 1300 presenze tanto da riempire quasi tutta la tribuna coperta (che ha 1500 posti a sedere e 1200 per gli ospiti in curva Sud). In rappresentanza della società brianzola c'era niente-poco-di-meno-che l'amministratore delegato Adriano Galliani. Il presidente è il fratello di Berlusconi, Paolo; il proprietario — tramite Fininvest — è Silvio B. Parlando adesso della gara, che ha osservato un minuto di silenzio per la morte della moglie di Biato (preparatore dei portieri), c'è da segnalare i tre titolari a cui doveva rinunciare la Pistoiese: Llamas squalificato, Falcone infortunato e Stijepovic impegnato con l'Under 21 del Montenegro. Ancora una volta il portiere Pisseri ha meritato un 8 in pagella per alcune parate superlative (vedi quella su Gliozzi al 16’); gli arancioni hanno tenuto il campo, ma solo in un'occasione si sono resi pericolosi. La ripresa si è aperta proprio con la traversa colta da Tempesti con una sassata da fuori area! Così il computo dei legni è stato pareggiato dopo il palo colto dagli avversari nella prima frazione. La squadra di Brocchi cresce e diventa sempre più pericolosa; Pisseri per due volte si oppone a conclusioni dalla lunga distanza. Ma al 77’ deve capitolare: lancio lungo, Brighenti stoppa in area e difende il pallone spalle alla porta; intelligentemente passa all'indietro verso l'accorrente Finotto che realizza con un rasoterra. Gli arancioni, avendo speso molte energie, non riescono a creare occasioni per pareggiare; gli ospiti possono così controllare la gara e solo un'altra superparata di Pisseri su punizione di Chiricò nega il raddoppio. La sconfitta, seconda casalinga e quarta stagionale, interrompe la striscia positiva di tre pareggi e due vittorie consecutivi/e. Quindi erano cinque turni che gli arancioni non perdevano; proprio nella gara d'esordio ci fu la prima sconfitta (1-2 al “Melani” con l'Albinoleffe). La classifica non è cambiata di molto; il decimo posto è sempre ad appannaggio della Pistoiese, ma in coabitazione con Pro Patria e Albinoleffe (rispettivamente sconfitta dalla Pergolettese). Pancaro può essere contento della buona prova dei giocatori in quota (vedi Tempesti e Cerretelli); speriamo che rientrino elementi più esperti come Falcone, l'unico vero fantasista della squadra. Intanto Vitiello ha giocato nella ripresa e Dametto si può considerare pienamente recuperato dall'infortunio subito al volto. Prima di chiudere, segnalo le dichiarazioni di Andrea Bonechi presidente dell'Holding Arancione (la "cassaforte" della Pistoiese). Costui ha lodato l'operato di lui, e dei soci, visto che «la Pistoiese è una società sana»; però si è levato dei sassolini dichiarando che «Pistoia dimostra di non apprezzare il fatto di essere l’unica città della Toscana a disporre di due società professionistiche [Pistoia Basket e Pistoiese], entrambe rette da sodalizi locali [Consorzio Pistoia Basket City e Holding Arancione]»... Ma c'è <<risentimento>> ed inoltre: «la città ha manifestato e manifesta in varie forme. Da un lato le legittime contestazioni, dall’altro le offese che spesso hanno travalicato i limiti della correttezza»! Loro, presidente e soci, accettano le critiche ma «non deve mai venire meno il rispetto». Dopotutto «Ciò che facciamo è fatto per amore della Pistoiese, senza secondi fini: per questo meritiamo la giusta considerazione». Infine ha chiosato che «per fare meglio c’è bisogno di maggiori risorse»; semplice no? È già tanto che la Vannucci Piante faccia lo sponsor e che Ferrari riesca a mantenere la categoria. Purtroppo la società non ha mai fatto nulla per invogliare la tifoseria: prezzi di biglietti/abbonamenti non economici; una tribuna Nord rappezzata, divisa da un ringhiera e poi abbandonata; un settore giovanile che non compete nemmeno con l'Aglianese; ecc. ecc. Il sig. Andrea Bonechi parli con i tifosi non della "tribuna centrale vip", s'informi sul settore giovanile e vedrà che avrà le risposte sul perchè città e tifosi sembrano non apprezzare... Prossima gara, un'altra trasferta in Lombardia|precedenti+ex|focus|probabili formazioni: Pro Patria(19,dodicesimo)Pistoiese(19,undicesima)1-1servizio Tvltabellino│"pagelle"│alle 17:30 di domani, sedicesima giornatastadio “Carlo Speroni”; Busto Arsizio.  L'Aglianese ha raccolto un pareggio in casa della sestultima. Sicuramente ai punti i locali meritavano la vittoria, quindi è un punto guadagnato. Prima di descrivere sommariamente la gara, voglio tirare l'orecchie a Leonardo Agostini che ha intitolato il suo articolo così: Aglianese, pari senza emozioni con il San Donato Tavarnelle. Riguardando gli highlights, ho notato ben due legni colti dai locali e svariate occasioni da gol... Anche i neroverdi ne hanno diverse, specie nel primo tempo. I locali sono andati vicinissimi al vantaggio quando il numero 10 ha tirato dal limite, la palla deviata da un difensore veniva miracolosamente toccata dal portiere quel tanto che basta da farla finire sul palo! I neroverdi hanno risposto con il lancio lungo di Rosati per un compagno che scattava in area, si liberava al tiro ma il suo diagonale - toccato dal portiere - sfilava sul fondo, fuori di poco. Sempre Rosati dalla fascia crossava nel mezzo ed un compagno sfiorava la sfera di tacco; purtroppo il tiro era centrale e così il portiere Nannelli poteva alzare sopra la traversa, per il semplice fatto che era lì... La prima frazione si chiudeva con due pericolosi attacchi dei locali. Quindi si può computare: un palo e due occasioni per il Tavarnelle; due per l'Aglianese, di cui una - a botta sicura - miracolosamente sventata dal portiere. La ripresa si è aperta con il secondo palo per i locali: azione in percussione, Cipriani chiude lo specchio ad un avversario, la palla s'impenna ed un giocatore in maglia la devia in rovesciata verso la porta sguarnita e... palo pieno! Nel proseguo, il campo diventa sempre più pesante per la pioggia battente che ha imperversato nella zona; comunque sia, i locali creano altre due azioni pericolose sparacchiando da buona posizione. Questo secondo 0-0 consecutivo, quinto pari stagionale, tiene l'Aglianese in un posizione a ridosso della zona playoff. Invece quella "pericolosa", la zona playout, è distante quattro punti. Il presidente Giusti si è mostrato soddisfatto per il ruolino di marcia; riguardo l'imminente sessione invernale del calciomercato, ha idee ben chiare: «non guardiamo a questo appuntamento con particolare ansia, tuttavia siamo una società ambiziosa che cerca sempre di migliorarsi e se capiteranno delle opportunità le valuteremo di sicuro». Prossimo impegno, in casa contro l'ex capolista: Aglianese(17,ottava)Grosseto*(19,quarto**)1-4highlightsalle 14:30 di domani, tredicesima giornata. Note: *una gara in meno. **a pari punti con lo Scandicci.  Domenica 17 a Ferruccia ha ottenuto il primo pareggio fuori casa da quando è iniziato il campionato. In casa dello Spazzavento, cioè il campo di Bonelle, sono stati gli arancioneri a passare in vantaggio nel primo tempo con Accardo. Peccato che sia stato mancato il raddoppio perchè la ripresa si è aperta con l'1-1 su calcio di punizione, fischiato per una punizione dice molto dubbia. Quando sono arrivato, il parziale lampeggiante su tuttocampo era 0 - 1! Ho fatto in tempo a vedere un giocatore della Ferruccia espulso per un fallaccio ed il gol dei locali sul calcio di punizione; quindi non ho portato bene; mannaggia. Comunque sia, dopo qualche minuto Ferri pareggiava su calcio di punizione! Nel proseguo i ragazzi di mister Mari hanno retto bene gli attacchi dei locali che si sono resi pericolosi solo in un paio di circostanze. Sono pronto a scommettere che in undici contro undici la gara sarebbe finita diversamente. L'arbitro, sig Luci di Firenze, si è voluto rendere protagonista ammonendo un giocatore ospite (già ammonito) per un fallo che non c'era. Così è scattata l'inevitabile espulsione. Voglio altresì ricordare che costui ha sventolato il solo cartellino verso un locale che compiva un fallo da dietro su un giocatore della Ferruccia. Il fallo era simile, se non più grave, di quello che aveva portato all'espulsione di Melani. Il naccherino si chiama Marco Luci e sono pronto a scommettere che sia figlio dell'ex arbitro con lo stesso cognome... Tornando alla gara, gli ultimi minuti sono trascorsi alla difesa del prezioso pareggio. Finalmente al quinto minuto di recupero è arrivato il triplice fischio. La situazione in classifica è un pochino migliore per la sconfitta del Pistoia Calcio, sempre più ultimo, e del Cecina al quarto rovescio consecutivo. Il distacco dalla quintultima posizione è di cinque lunghezze (quindi entro la forbice dei dieci punti). In settimana comunque si è giocato i sedicesimi di Coppa Toscana in casa della Montagna Pistoiese; la gara era in programma alle 14:30 di mercoledì 20 ed immagino siano stati fatti i salti mortali per mettere in campo undici giocatori. Essendo libero, ho deciso di andare in trasferta fino a Gavinana (la frazione di San Marcello, non il quartiere di Firenze...). A parte le bischerate, la Ferruccia vedeva solo due giocatori in panchina; i locali invece erano al gran completo. Già dopo pochi minuti è andata in vantaggio la Montagna Pistoiese, che in campionato è seconda alle spalle della capolista Pescia. Dopo un po' è arrivato anche il 2-0 e subito dopo il 3-0 su calcio di rigore. Gli ospiti hanno avuto una "mezza occasione" sull'1-0, ma non hanno giocato affatto male (specie il numero 11 che dovrebbe essere nuovo). Sullo 3-0 mi sono avviato verso casa; all'altezza di Pontepetri su questa pagina ho visto che la Ferruccia aveva ridotto le distanze. Sarei stato pronto anche ad invertire la marcia sul 3-2, ma invece è arrivato il 4-1... Per la cronaca, la gara è finita 5-2 con autore di un locale per il momentaneo 4-2 e poi l'ultimo gol nel finale. La Ferruccia esce dalla competizione a testa alta e quindi può pensare solo al campionato. La sessione di "calciomercato invernale" inizierà il prossimo mese; comunque è ormai certo il ritorno anche di Bastogi, bomber della scorsa stagione; al Jolly Montemurlo non gioca e per di più la squadra pratese è in caduta libera [11 sconfitte in altrettante gare!]. A quanto so, ci sono altri giocatori in prova, fra cui uno in prestito dal Chiazzano (Prima categoria). Ho scritto davvero tanto; quindi chiudo senz'altro indicando la prossima gara: Ferruccia(5,penultima)Borgo a Buggiano(16,sesto)1-1tabellinoalle 14:30 di domani, undicesima giornatastadio “Filippo Raciti”; Quarrata.  Passate un buon fine settimana, e speriamo che il maltempo non continui a flagellare il nostro fragile territorio come accaduto la scorsa settimana in Basilicata, Toscana e nella laguna veneta. Le previsioni mettono in allerta Liguria e Piemonte. Ormai è uno stillicidio, ma non abbiamo ancora imparato a curare il nostro territorio; ben ci sta, punto a accapo.

 "P.S."  Il MES non è recente, tutt'altro: la legge di ratifica fu approvata dal Parlamento nel luglio 2012. Ma due anni prima, precisamente nel maggio 2010, l'Ecofin creò due strumenti temporanei di assistenza per Stati in situazioni finanziarie critiche: l'EFSM [European Financial Stabilisation Mechanism] e EFSF [European Financial Stability Facility]. Nell'ottobre 2010 il Consiglio Europeo accolse l'idea di sostituire questi due "strumenti" (temporanei) con un meccanismo (permanente): il MES. Cinque paesi hanno ricevuto assistenza dal 2010 al 2018: Irlanda Portogallo Spagna Cipro, e Grecia con più di 200 miliardi! Lo scorso giugno, il cosiddetto Eurogruppo prima — ed il ‘vertice euro’ poi — sono arrivati all'accordo: revisionare il trattato del Mes. Il ministro dell'Economia ha annunciato l'impegno dell'esecutivo.

 

 

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