UN'ULTIMA FRASE {2002}

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GENNAIO

« È strano, non arriverò a sera, eppure se il direttore mi chiedesse un articolo glielo farei. »

Milano; 28.01.1972 mattina

DINO ANTONIO BUZZATI [TRAVERSO dal 1917]

(‘il Kafka italiano’, ‘Dinubis’ nella corrispondenza con A. Brambilla — leggi qui)

giornalista, scalatore, scrittore, pittore, drammaturgo

A. San Pellegrino ¦villa Buzzati¦ – Belluno, 16.10.1906 01:53

Ω. Milano ¦clinica La Madonnina¦, 28.01.1972 16:20

 cancro al pancreas  link

Nel 1920, Giulio Cesare Buzzati, professore di Diritto internazionale all'Università di Pavia e alla Bocconi di Milano, morì per un cancro al pancreas all'età di 58 anni. Il quattordicenne Dino per qualche tempo si convinse di avere la stessa malattia. Secondo alcune fonti, dal Febbraio 1971 Dino accusò vari disturbi: stanchezza, itterizia e prurito. Poi si aggiunse una "massa" nella parte sinistra dell'addome; le ripetute analisi non riuscirono ad identificare con certezza la malattia; il fatto che Buzzati fosse molto ipocondriaco complicava la situazione. A Luglio arrivò la diagnosi-sentenza: cancro al pancreas. Allora le speranze erano praticamente nulle; adesso sono un poco più elevate: solo il 5-10% sopravvive a cinque anni dalla diagnosi. A Settembre uscì le “Le notti difficili”; come al solito un dipinto dell'autore faceva da copertina; Buzzati scelse Il Babau, un acrilico su tela del 1967. A Novembre uscì anche “I miracoli di Val Morel”; intanto le sue precarie condizioni di salute gli imponeva di stare nella sua casa milanese con la moglie Almerina Antoniazzi (sposata l'08.12.1966). Da mesi non tornava alla scrivania del Corriere dove era entrato nel 1928. Intanto continuava a disegnare e scrivere. Il 1° Dicembre si fece accompagnare al cimitero di San Pellegrino dove era sepolta la madre, morta nel 1961 a 90 anni; in serata visitò la casa natale a Belluno. Il 7 il professor Malan lo visitò e decise di ricoverarlo per l'indomani. L'8 Dicembre 1971 entrò nella clinica La Madonnina di Milano; alle 11 fu portato in sala operatoria, alle 12 era già in camera... L'equipe, vista la situazione ormai compromessa, dovette richiudere. Lo stesso giorno uscì sul Corriere il suo ultimo elzeviro (un articolo giornalistico di carattere culturale): Alberi. Solo i colleghi Gaetano Afeltra e Indro Montanelli poterono fargli visita in clinica; ogni giorno Dino voleva da loro sapere coma avrebbero messo sul giornale. Conosceva benissimo la situazione; infatti a chi lo rassicurava diceva che <<sono quarant'anni che scrivo sulla morte: perciò so benissimo cosa ho>>. La mattina del 28 Gennaio 1972 Dino volle che la moglie, ormai presenza fissa da 51 giorni, gli facesse la barba; voleva che <<la morte lo trovasse in ordine>>. Per motivi personali, rifiutò i cosiddetti conforti religiosi; così Almerina sbarrò l'ingresso al sacerdote. Buzzati si era sposato in chiesa e si confessava al vescovo di Belluno; ma quella era una sua decisione personale, e quindi andava rispettata. Verso mezzogiorno entrò in coma; alle 16:20, mentre cadeva una fitta nevicata, esalò l'ultimo respiro. Accanto a lui c'erano anche Gaetano Afeltra, Indro Montanelli, la sorella Nina, il fratello Augusto ed il medico Alberto Brambilla (fratello dell'amico fraterno Arturo). Come ultime volontà chiese di non celebrare i funerali e che le sue ceneri fossero disperse sulle Cinque Torri; ma la legislazione di allora non lo permetteva. Così i resti della cremazione furono raccolti in un'urna, poi posta nella chiesetta di Villa Buzzati. Edmondo Malan, chirurgo di fama internazionale, morì improvvisamente il 25.01.1978 all'età di 68 anni. La raccolta di ciò che Dino scrisse e disegnò sulla sua agenda del 1971 furono poi raccolti e pubblicati con il titolo “Il reggimento parte all'alba”. Con la legge n. 130 del 30.03.2001 è ammessa la dispersione delle ceneri sul territorio nazionale; ogni Regione può emanare una propria legislazione. Nel Luglio 2001 Indro Montanelli entrò alla clinica La Madonnina. Qualche giorno dopo fu sottoposto ad un'operazione chirurgica all'ospedale San Raffaele. Poi però subentrò la febbre ed il giornalista 92enne morì nel pomeriggio del giorno 22. Angelina ‘Nina′ Buzzati-Traverso vedova Ramazzotti si spense il 20 Gennaio 2004 a 99 anni. Improvvisamente nella notte del 07.06.2004 la quarta torre (la Trephor) si è sbriciolata [vedi foto di raffronto]; le vie alpinistiche lungo le pareti alte fino a 35 metri sono state cancellate. Da allora il panorama delle ‘Cinque Torri’ è questo. Gaetano Afeltra è deceduto novantenne a Milano il 09.10.2005. Nel Maggio 2006 Almerina in un'intervista ha rivelato che l'urna con le ceneri di Buzzati non è più a Belluno. Nell'autunno 2002 aveva deciso di farla togliere dalla chiesetta di Villa Buzzati e la pose in luogo segreto in Lombardia. Adesso a San Pellegrino rimangono le ceneri di Adriano (1913-83), Augusto (1903-93) e di Angelina. Il 10 Febbraio 2010, nell'ultima seduta prima dello scioglimento, il Consiglio regionale del Veneto ha approvato il progetto di legge 156 del 2006 e così è entrata in vigore la legge regionale 04.03.2010, n. 18 “Norme in materia funeraria” ¦testo¦. La dispersione delle ceneri di Buzzati dovrebbe essere avvenuta nell'estate 2010; quasi sicuramente come luogo è stato scelto il Croda da Lago, un massiccio delle Dolomiti fra i suoi preferiti ¦fonte¦. Nel 1966 aveva compiuto un'ascensione insieme all'amico Rolly Marchi. Il 22 Novembre 2015 Almerina Antoniazzi, vedova Buzzati, è morta a Milano. Qualche giorno prima aveva subìto un intervento chirurgico, si è spenta nella casa dove aveva convissuto con Buzzati: il condominio “Casa della Fontana” in viale Vittorio Veneto. Era originaria di Cortina d'Ampezzo dove vive sua figlia Zelda.

FEBBRAIO

« Dottore, tu hai la scienza e io la fede. »

Dmitri Mendeleev

chimico (inventore della tabella periodica)

A. Tobol'sk [Siberia], 08.02.1834

Ω. San Pietroburgo, 02.02.1907

 influenza  link

MARZO

« Io intendo udire in Paradiso. »

LUDWIG VAN BEETHOVEN compositore

A. Bonn ¦Bonngasse 20¦ [allora Sacro romano impero], 16/17?.12.1770

Ω. Vienna ¦Schwarzspanierhaus¦, 26.03.1827 17:45

 cirrosi da epatite cronica [clicca qui]  link

APRILE

« Bevete alla mia salute, so che non potrò più bere. »

ai familiari che l'assistevano

Pablo Diego José Francisco de Paula Nepomuceno Paria de

 los Remedios de la Santísima Trinidad Ruiz Picasso (Picasso)

 pittore, incisore e scultore 

A. Malaga ¦Riego Square 36¦ [Spagna], 25.10.1881 11:15

Ω. Mougins ¦Notre-Dame-de-Vie¦ [Francia], 08.04.1973 11:40

 infarto conseguente ad un edema polmonare  link

MAGGIO

« Provo vergogna per voi! A questa distanza non riuscirebbero a colpire nemmeno un elefante. »

ai propri soldati "titubanti"

JOHN BENJAMIN SEDGWICK (zio John) generale nordista

A. Cornwall Hollow (contea di Litchfield) [Connecticut], 13.09.1813

Ω. Spotsylvania [Virginia], 09.05.1864

 cecchino, colpo di fucile alla testa  link

Quando nacque, il 13.09.1813 a Cornwall nel Connecticut, John fu battezzato come un nonno che aveva combattuto con Washington nella guerra d'Indipendenza. Nel 1837 si diplomò ventiquattreesimo su 50; fu inquadrato come sottotenente negli artificieri dell'esercito. Durante la guerra messicano-statunitense (1846-48) ottenne due promozioni sul campo, da capitano a maggiore. Trasferito alla cavalleria, combatté prima nella guerra dello Utah e poi nelle guerre indiane; in particolare, 1857 partecipò alla spedizione punitiva contro i Cheyenne. Nella guerra di Secessione era già colonnello; il 31.08.1861 fu promosso brigadier general. Dopo essere rimasto ferito nella battaglia di Glendale il 04.07.1862 fu promosso generale di divisione. Sedgwick comandante per due volte il Sesto corpo dell'Armata del Potomac: dal 05.02.1863 al 06.04.1864 e poi da una settimana dopo. Il generale Grant fra Maggio e Giugno — sempre del 1864 — condusse la cosiddetta campagna terrestre, cioè un'offensiva contro l'Armata della Virginia Settentrionale comandata dal generale Robert E. Lee. Il luogo delle battaglie era nei pressi dell'area centrale della Virginia fra i fiumi Rapidan-Rappahannock. Circa 100mila soldati nordisti erano fronteggiati da meno della metà di confederati che dovevano difendere una possibile avanzata verso la capitale degli Stati confederati, Richmond. La prima battaglia, quella del Wilderness (5-7 Maggio), fu cruenta e inconcludente. Le schermaglie iniziarono l'8 Maggio su un fronte di 6,5 km; la mattina del 9 Maggio il generale — come a suo solito — era a testa dell'armata. I suoi stavano scavando delle trincee mentre i tiratori scelti nemici sparavano a circa 900 metri. Ogni volta che i nordisti sentivano i colpi si buttavano a terra; Sedgwick li rimproverò duramente aggiungendo che «a questa distanza [i confederati] non riuscirebbero a colpire nemmeno un elefante». Il generale urlò che provava vergogna per loro; pochi secondi dopo un colpo lo centrò sotto l'occhio sinistro e cadde morto. L'identità e la posizione del cecchino non sono mai state trovate. Per la cronaca, Sedgwick fu il caduto più alto in grado dell'intera guerra di Secessione. Il suo posto venne preso da Horatio G. Wright. La battaglia si concluse il 18 Maggio: Grant si convinse che gli uomini di Lee non potevano essere sloggiati da Spotsylvania; così spostò il suo esercito a sud-est verso le strade che Lee non poteva difendere. Richmond diventò un poco più vicina e sarà conquistata dai federali il 3 Aprile 1865 nella conclusiva campagna di Appomattox. Il generale Lee si consegnò al generale Grant il 9 Aprile a Appomattox Court House (Virginia). La ‘guerra civile′ terminò con la resa dell'ultimo generale confederato combattente; il 26 Maggio Smith si arrese al suo omologo Canby nel dipartimento ad est del Mississippi.

GIUGNO

« Questo sarà il mio ultimo funerale da spettatore. »

al figlio Renzo mentre guidava per andare al funerale di Giuditta Rissone; Roma, 02.06.1977 [leggi]

ROBERTO ROSSELLINI regista e sceneggiatore

A. Roma, 08.05.1906 12:50

Ω. Roma, 03.06.1977 dopo mezzogiorno

 infarto  link

Il 31 Maggio 1977 morì Giuditta Rissone, moglie di Vittorio De Sica. I funerali si tennero il 2 Giugno; il regista ci andò insieme al figlio dicendogli che sarebbe stato <<l'ultimo funerale da spettatore>>... Verso mezzogiorno del 3 Giugno telefonò alla sceneggiatrice Suso Cecchi D'Amico chiedendo la sua collaborazione per la stesura di un articolo che aveva preparato per un giornale. Poi si sarebbe uscito per un appuntamento con il direttore generale della Rai; avrebbe diretto un film su Marx. Ma così non fu: ritelefonò a Suso Cecchi D'Amico; stava male e serviva un medico... Al momento della morte, avvenuta in pochi minuti, era presente la prima moglie Marcella De Marchis; il figlio Renzo abitava nello stabile di fronte.

LUGLIO

« Certo che perdono Alessandro, anzi lo voglio vicino a me in Paradiso. »

risposta alla domanda se volesse perdonare il suo assalitore

MARIA TERESA GORETTI (Marietta)

{orfana di padre, due fratelli e due sorelle}

{beata dal 27.04.1947; santa dal 24.06.1950}

A. Corinaldo ¦contrada Pregiagna¦ – Senigallia (Ancona), 16.10.1890 13:00

Ω. Nettuno ¦ospedale Beata Maria Vergine del Buon Consiglio · tenda del perdono¦ (Roma), 06.07.1902 15:45

 ferite multiple da arma da taglio, peritonite settica  RIP

Luigi Goretti (nato il 26.02.1859) e Assunta Angelina Carlini Esposto (nata il 15.08.1866) si sposarono a Corinaldo il 25 Febbraio 1886. Il primogenito Antonio visse dal 30 Gennaio al 3 Ottobre 1887; nell'Italia di allora il 20% dei bambini moriva prima di compiere i cinque anni e nelle Marche la media era del 25%. Il 18 Agosto 1888 nacque Angelo, poi seguirono: Maria Teresa/‘Marietta’ (16.01.1890), Mariano (27.01.1893) e Alessandro (30.07.1895). La famiglia Goretti lasciò Corinaldo il 28 Ottobre 1897 per andare a lavorare come mezzadri a servizio del senatore Scelsi. Lì a Colle Granturco nei pressi di Paliano trovarono un'altra famiglia marchigiana, i Serenelli: il padre Giovanni con suo figlio Alessandro, nato il il 02.06.1882 a Paterno D'Ancona. Sembra che la madre, tale Cecilia Mengoni, avesse tentato di annegarlo quando aveva pochi mesi! Ricoverata più volte nel manicomio di Ancona, morì il 26.03.1890 all'età di 45 anni per leptomeningite. A differenza di molti suoi coetanei, Alessandro frequentò la scuola fino alla quinta elementare. La sua infanzia senza una figura materna, e con il padre autoritario ed alcolizzato, la trascorse spesso a casa di suo cugino. A 12 anni fu mandato a Torrette, frazione di Ancona, a lavorare come mozzo per aiutare la famiglia. Poi a metà anni Novanta lui e suo padre, che non riusciva a conservarsi un lavoro a causa dell'alcolismo, si trasferirono nel Lazio per fare i mezzadri. Scelsi propose ai due capofamiglia di mettersi in società; ma i rapporti fra i due nuclei familiari non furono per niente facili. Il 23 Febbraio 1898 nacque Ersilia e così la famiglia si allargò ancora. Nel Febbraio 1899 Scelsi licenziò le due famiglie: i raccolti erano stati scarsi e per di più il Serenelli aveva tenuto un pessimo rapporto con il proprietario; fatale fu un litigio con il fratello del senatore... Le due famiglie dovettero così lasciare Paliano in pieno inverno. Fortuna volle che furono ingaggiate da Attilio Gori Mazzoleni, un ricco latifondista che si faceva chiamare ‘Conte’ ¦fonte¦. Mazzoleni nel 1897 aveva restaurato un borgo, Cascina antica, a Ferriere di Conca (allora frazione di Cisterna di Roma; oggi Borgo Montello, comune di Latina). Nel borgo erano stati 22 alloggi per altrettante famiglie contadine. Con i Goretti-Serenelli il "patto" fu questo: visto che lui contribuiva alle spese di raccolto e semina, prendeva la metà di <<ciò che dava la sola terra>>. Quella zona nell'Agro pontino fungeva da diga naturale fra la parte settentrionale e l'immenso acquitrino più a sud. Dal 1552 al 1899 in quelle zone erano stati recuperati oltre 5000 cadaveri di persone morte per la malaria. La bonifica sarà completata solo nel 1939. La distribuzione gratuita dell'unico rimedio all'ora esistente contro la malaria, il chinino, fu previsto dalla legge 23.12.1900 n. 505. Proprio nel 1900, il 2 Febbraio arrivò l'ultima nata in casa Goretti: Teresa. Il capofamiglia da fine Marzo accusò i primi sintomi della malaria. Luigi Goretti si ammalò anche di meningite e polmonite; il decesso avvenne il 6 Maggio dopo dieci giorni d'agonia. Prima di andarsene supplicò la moglie di tornare a Corinaldo con i figli. Ma c'era da estinguere il debito sulla casa e sul terreno... Assunta si trovò così sola a mantenere sei figli e gestire gli affari con Giovanni Serenelli, uomo dal carattere collerico e autoritario. La figlia maggiore Maria avrebbe sbrigato le faccende domestiche ed accudito i fratelli e le sorelle. Probabilmente le "attenzioni" di Alessandro verso la bambina iniziarono nel 1902, quando il fratello Gaspare fu definitivamente ricoverato in un manicomio di Roma. Inoltre le prospettive di un futuro diverso erano minime: Mazzoleni mai gli avrebbe concesso di lasciare quel lavoro; un giorno disse che i contadini marchigiani dovevano sparire dai suoi poderi! L'allora 20enne sentiva certe "pulsioni", tipiche di quell'età; ma in quelle zone di donne ce ne erano davvero poche e nessuna si prostituiva... Non poteva certo provarci con la 36enne vedova Goretti che già aveva rifiutato l'avance di Giovanni Serenelli; rimaneva la dodicenne Maria...  Con lei diventò scortese e la considerava come se fosse una sua serva; Assunta "consolò" la figlia dicendogli di portare pazienza perchè presto sarebbe partito per il militare. A Giugno ci fu un'avance esplicita: gli mostrò il sesso e ovviamente Maria scappò; però lui la minacciò: guai se avesse detto qualcosa... In quei giorni adocchiò in cucina un punteruolo con una lama quadrangolare lungo 24 cm; serviva per fare le scope, l'aveva portato dalle Marche la buon'anima di Luigi. Il 5 Luglio non iniziò benissimo: il conte Mazzoleni venne in mattinata per la battitura delle fave; minacciò di togliere un quintale di raccolto se avesse trovato solo legume fra gli scarti. Alessandro ci provò proprio quella mattina; comunque sia, diede una sua camicia alla bambina perchè gliela rammendasse... Dopo un breve riposo, sotto il sole cocente, le due famiglie stavano battendo le fave sull'aia ad una quarantina di metri dal cascinale. Maria era sul pianerottolo del primo piano e stava rammendando la camicia la piccola Teresa dormiva accanto a lei. Giovanni Serenelli, dopo pochi minuti, dovette lasciare e andarsi a riposare perchè malato cronico di malaria. Verso le 15:15-15:30 Alessandro chiese ad Assunta se lo sostituiva momentaneamente alla guida del carro. Entrò in casa, salì in camera, si asciugò con il fazzoletto ed indossò una camicia "pulita"; poi prese il punteruolo e lo pose sull'angolo della madia in cucina. Chiamò Maria e dato che lei non si muoveva l'afferrò per un braccio trascinandola nella stanza. Il ragazzo chiuse l'uscio con un calcio e l'assalì; Maria provò a divincolarsi ma poteva far poco essendo più esile e debole. Teresa per il trambusto iniziò a piangere; ma dall'aia non si poteva sentire... L'aggressore riuscì a scoprigli le gambe, Maria tentando di coprirle gli gridò: «Alessandro, che fai? Tu vai all'inferno!». Sentita questa risposta, o forse perchè incapace di proseguire (impotenza?), perse letteralmente la testa: agguantò il punteruolo e la colpì con forza per 13 volte. Maria provò a frapporre un braccio, ma poi si prese i fendenti sul torace e l'addome (di cui cinque sotto l'ombelico). Uno di questi le mancò il cuore di pochi millimetri spezzando la corona del Rosario che teneva al polso. Urlando «Dio! Dio!» e «Muoio. Mamma, mamma!» cadde sul pavimento. Alessandro — credendola ormai morta — stava per fuggire, poi la sentì lamentarsi e riprese l'arma; come ultimo fendente la trapassò da parte a parte. Infine si ritirò in camera lasciandola in un lago di sangue: erano le 15:30. Pur gravemente ferita Maria si trascinò alla porta per chiedere aiuto. Assunta Carlini, Giovanni Serenelli e altre persone accorsero subito. Il tentato omicida fu piantonato nella sua camera in attesa dell'arrivo dei carabinieri di Cisterna. Maria fu portata in un'altra stanza, le sua ferite vennero tamponate con degli stracci. Intanto Domenico Cimarelli corse a Conca ad avvertire il Mazzoleni; Mario Cimarelli andò a Nettuno in cerca del medico condotto. Il ‘conte’ Mazzoleni prima di precipitarsi alla “Cascina antica” chiamò i carabinieri di Cisterna. Intanto dei massari armati di fucili e forconi circondarono la cascina; poco dopo i carabinieri arrestarono Alessandro e riuscirono a stento a difenderlo dalla folla inferocita. Il medico arrivò solo alle 18, poi sopraggiunse anche un chirurgo da Nettuno. Vista la situazione disperata fu deciso di portarla all'ospedale distante 11 km. L'ambulanza trainata da cavalli arrivò al “Orsenigo – Madonna del Buon Consiglio” di Nettuno verso le 20. I medici provarono un'operazione chirurgica senza anestesia perché la paziente era troppo debole; nelle due ore sotto i ferri rimase sempre cosciente e quindi soffrì dolori indicibili. Causa la gravità delle ferite non poté mangiare e sopratutto bere; purtroppo l'intervento chirurgico non riuscì ad evitare una peritonite settica. Comunque fu interrogata dai carabinieri e volle perdonare il suo assalitore. Per la febbre perse più volte conoscenza; infine assistita dalla madre si spense alle 15:45 del 6 Luglio. Aveva: 11 anni, 9 mesi e 21 giorni. Il medico che l'aveva operata, Domenico Bartoli, eseguì anche l'autopsia. Da questa risultò che quattro delle suddette ferite lesero il pericardio, il cuore all'orecchietta destra ed il polmone sinistro, nonché il diaframma. Cinque penetrarono la cavità addominale e lesero l'intestino tenue, l'iliaca ed il mesentere. Causa unica ed assoluta della morte fu la peritonite settica originata dalle ferite intestinali, nonché la grave emorragia prodotta dalle numerose lesioni. Inoltre fu appurato che non aveva subìto violenza sessuale; era alta fra i 130 e 138 cm, molto sottopeso e quasi sicuramente malata di malaria. Alessandro venne rinchiuso nella caserma dei carabinieri di Nettuno; la mattina seguente venne tradotto a Roma al “Regina Coeli”. Vista la minore età dell'omicida non scattò l'ergastolo (la pena di morte era stata abolita nel 1890). La perizia psichiatrica stabilì che era capace di intendere e volere. Il processo si chiuse il 14 Ottobre con la condanna a 30 anni di reclusione, di cui i primi cinque da trascorrere in isolamento. Assunta Carlini vedova Goretti tornò a Corinaldo il 15 Novembre 1902; la famiglia trovò alloggio in una stalla, lei dovette lavorare come donna di fatica ed i figli elemosinare. Giovanni Serenelli venne licenziato e dovette tornarsene nel suo paese natale, a Paterno d'Ancona; si spense nel 1918 in un ospizio all'età di 82 anni. Tornando alla famiglia Goretti, il parroco di Corinaldo aiutò le sorelle di Maria ad essere accettate in un orfanotrofio nonostante gli fosse vietato (tecnicamente erano "orfane a metà"). Sembra che dopo un'intercessione del Papa si sbloccò la situazione: Ersilia fu accolta il 28.02.1903 nell'orfanotrofio di via delle Zoccolette a Roma; poi Teresa venne ospitata dalla Casa delle Missionarie Francescane. Nell'Agosto 1905 Romolo Allegrini scrisse ad Assunta che aveva depositato due doti per Ersilia e Teresa; c'era un'unica condizione: il trasferimento della salma di Maria nella tomba di famiglia [!]. A metà 1906 arrivò l'assenso di Assunta, ma l'esumazione non poté avvenire perchè il parroco di Nettuno, don Signori, si oppose; la "scusa ufficiale" fu che in estate non si potevano fare esumazioni. Il sacerdote però non si arrese e riuscì ad ottenere la traslazione a Roma per il 29.10.1906, ma morì quattro giorni prima... Il 10 Gennaio 1917 Alessandro ‘Sandrino’ Goretti, che aveva seguito Angelo e Mariano in America, fu ucciso da una polmonite a nemmeno 22 anni. Nel 1918 morì per un infarto Attilio Mazzoleni a 61 anni; il 21 Maggio Alessandro lasciò il carcere di Noto per essere trasferito in Sardegna. Ad inizio 1929 padre Aurelio Verticchio, passionista e fascista, scrisse la prima biografia di Maria Goretti (“La Sant'Agnese del secolo XX - Maria Goretti martire della purità”); Il 29 Gennaio i resti mortali furono riesumati dal cimitero di Nettuno ¦fonte¦. Intanto Alessandro Serenelli aveva finito di scontare la pena ed uscì di galera l'11 Marzo; aveva usufruito di tre anni d'abbuono: uno d'indulto per la vittoria dell'Italia nella ‘Grande guerra’ e due per buona condotta. Il 28 Luglio 1929 la salma fu traslata al santuario dei passionisti di Nostra Signora delle Grazie a Nettuno. Serenelli, radicalmente cambiato nell'animo ma stremato nel fisico (sopravvisse nel 1918 alla ‘Spagnola’), lavorò saltuariamente come agricoltore e manovale. Nel 1933 andò a Corinaldo; volle incontrare Assunta che viveva con due suoi figli, Mariano ed Ersilia. Alessandro bussò all'uscio di casa, lei aprì, lui si fece riconoscere... per caso passò il parroco, don Bernacchia, il quale lo invitò ad entrare. Con il cappello in mano, in ginocchio sulla porta Alessandro disse: «Chiedo perdono, Assunta, per tutto il male fatto alla vostra famiglia». Assunta restò impietrita, poi con fermezza esclamò: «Vi ha perdonato Dio, vi ha perdonato Marietta mia, vi perdono anch′io» ¦fonte¦. Il 31 Maggio 1935 la diocesi di Albano Laziale diede inizio al processo informativo per la causa di beatificazione di Maria Goretti; anche Alessandro testimoniò al processo. Nel 1936 si ammalò di broncopolmonite e dovette farsi ricoverare in ospedale. Visto che era ormai inabile al lavoro nei campi, se ne interessò il parroco di Corinaldo; questi intercedette con i frati cappuccini che nel 1937 l'accolsero presso il Santuario della Madonna dell'Ambro a Montefortino. L'allora 55enne, che ne dimostrava almeno venti in più, entrò nel terz'ordine francescano e lavorò come giardiniere. Nemmeno un anno dopo un ex domestico del convento simulò un furto di quattromila lire; fatto sta che venne ingiustamente accusato il Serenelli. Infine fu sì scagionato, però dovette lasciare il convento; comunque poi l'accolsero i frati cappuccini di Ascoli Piceno e lì continuò ad accudire l'orto e poi il portinaio. Nel 1944 Assunta cadde in casa e si ruppe un femore e da allora rimase inferma. Il 27 Aprile 1947 Pio XII la proclamò beata. I suoi resti mortali furono ricomposti al naturale in una statua di cera. Il 24.11.1949 uscì il film “Cielo sulla palude” che narrava la sua vicenda; la protagonista Inès Orsini durante la lavorazione incontrò Alessandro Serenelli ¦foto¦. L'11 Dicembre 1949 la Congregazione delle cause dei santi riconobbe come miracolose due guarigioni e quindi per la canonizzazione era solo questione di tempo. Ciò avvenne il 24 Giugno 1950; è la santa [martire] più giovane della storia della Chiesa Cattolica. Il "record" di persona più giovane a salire sugli altari dal 13.05.2017 passerà a Francisco Marto e Giacinta M., due dei tre piccoli veggenti di Fátima. Per la prima volta in assoluto, una cerimonia di canonizzazione fu svolta all'aperto in piazza San Pietro; quel giorno parteciparono non meno di 250mila persone. C'erano i due fratelli (Mariano tornò apposta dall'America), le due sorelle, la mamma Assunta — ormai sulla sedie a rotelle — e naturalmente Alessandro Serenelli. Inoltre assisterono il presidente della Repubblica, il presidente del Consiglio e il ministro dell'Interno. Santa Maria Goretti fu proclamata anche compatrona di Latina, Nettuno e di tutto l'Agro pontino. Una curiosità: le stampe che la raffigurano, tipo questa, sono tutte artistiche perchè non esistono sue foto; in verità ci sarebbero quelle riprese nell'autopsia, però sono andate perse. Comunque Teresa, quella più a destra in questa foto del 1912, dice fosse particolarmente somigliante ¦fonte¦.  P.S. del 05.07.2011  su “Famiglia Cristiana” è uscito un articolo dove viene mostrata una presunta foto di Maria ¦ingrandimento¦. In questa pagina web sono riportati altri particolari. Nel 1953 Palmiro Togliatti la propose come modello di vita per le giovani comuniste aderenti alla FGCI. Assunta Angelina Carlini Esposto vedova Goretti si spense l'8 Ottobre 1954 nella casa della figlia Ersilia che l'accudiva da una decina d'anni. Alessandro Serenelli l'andò a trovare in punto di morte; esistono varie foto a riguardo. Nel 1956 Alessandro Serenelli avrebbe dovuto ricoverarsi in un ospizio; ma i frati cappuccini del convento di Macerata decisero di accoglierlo: sarebbe stato insieme ai fratelli più anziani nell'infermeria. Lì il 5 Maggio 1961, ormai 79enne, scrisse il suo testamento spirituale. Nel 1964 Angelo Goretti tornò a Genova a casa della nipote; durante il viaggio in nave accusò un malore per poi spegnersi all'ospedale di Sestri Ponente il 14 Novembre. Aveva 77 anni. Nel 1910 era emigrato in America lavorando in miniera e in una tintoria, nel 1914 tornò in Italia per sposarsi. Fu sepolto al “Saints Philip and James Cemetery” di Greenwich Township nel New Jersey insieme alla moglie Rosa (1895-1940) e la figlia Yolanda (n.m. 1921). Sempre nel 1964, l'11 Marzo esattamente alle 11:45, fu inaugurato il nuovo ospedale di Latina; è intitolato a Santa Maria Goretti. Dal 15 Agosto 1969 la statua con i resti di Santa Maria Goretti è nella cripta del Santuario di Nostra Signora delle Grazie. Era chiuso da tre anni perchè dichiarato pericolante; la sua vicinanza al mare lo sottopone ai danni del vento e della salsedine. Alessandro Serenelli si spense il 6 Maggio 1970 all'età di quasi 88 anni nell'infermeria del monastero dei Padri cappuccini a Macerata. Era infermo dal 15 Gennaio, quando per recarsi alla messa subì una caduta. Mariano Goretti emigrò in America insieme al fratello Angelo; tornato in Italia combatté nella ‘Grande guerra’. Nel 1920 si sposò a Corinaldo e tornò negli Stati Uniti. Dopo essere diventato padre di cinque figli, ritornò definitivamente in Italia e si stabilì infine in un podere dell'Opera Nazionale Combattenti a Licola. Mariano si spense in questa frazione di Pozzuoli il 12 Aprile 1975 all'età di 88 anni. Teresa fu accolta dall'orfanotrofio delle Suore Francescane Missionarie di Maria nell'Ottobre 1903 e vi soggiornò fino al 1919, anno in cui fece ritorno a Corinaldo. Il 23.10.1920 entrò nel convento delle F.M.M. e prese il nome di suor Maria di S. Alfredo. La religiosa ebbe modo di parlare con Paolo VI e Giovanni Paolo II nelle loro visite al santuario di Nettuno, rispettivamente il 14.09.1969 e 01.09.1979. Teresa morì il 25 Febbraio 1981 ad 81 anni nella “Casa San Bernardino da Siena” delle F.M.M. a Porano – Orvieto (Terni). Fu sepolta nel cimitero situato in un campo dietro il convento. Poi i suoi resti sono stati raccolti e posti in una cassetta-ossario all'interno della cappella, dove ci sono altre consorelle. Ersilia insieme all'allora piccola Teresa furono collocate in un orfanotrofio romano nel Febbraio 1903. Per lo shock accusò disturbi agli occhi e al viso tanto da doversi sottoporre ad intervento chirurgico. Dal 1907 venne ricongiunta con la sorella nell'orfanotrofio di Grottaferrata. Nel 1918, ormai maggiorenne, tornò a Corinaldo presso la mamma. Si sposò nel 1922 ed ebbe tre figli; Ersilia G. si spense 83enne il 21 Agosto 1981 a Genova. Il 28.09.2009 lo studioso di arte e cultura sacra Tanino Golino è riuscito far riunire tutti i 30 parenti di santa Maria Goretti. In questa foto scattata davanti alla tomba di Assunta Carlini a Corinaldo si possono vedere i tre nipoti ancora in vita — Natale, Jolanda, Maria — Golino e Inès Orsini. All'incontro tenuto anche a Nettuno ha partecipato Martina Pinto, giovanissima protagonista del film tv “Santa Maria Goretti”, andato in onda sulla Rai nel Febbraio 2003.

AGOSTO

« Vieni Rose, andiamo a immolarci per il nostro popolo. »

alla sorella prima di essere portate via dalla Gestapo

EDITH STEIN (Suor Teresia Benedicta a Cruce)

dottore in filosofia e suora carmelitana

{beata dal 01.05.1987; santa dall'11.10.1998}

A. Breslavia/oggi Wroclaw [Polonia; allora Impero tedesco], 12.10.1891 19:30

Ω. Birkenau ¦bunker 1 o 2¦ – Brzezinka (Alta Slesia) [Polonia], 09-10?.08.1942

 asfissia per inalazione di Zyklon B gassazione  link

Ultima di undici figli di una famiglia ebrea molto praticante, Edith Stein nacque il giorno del Yom Kippur. Nel Luglio 1893 Siegfried Stein, commerciante di legname, morì per un'insolazione all'età di 50 anni. Nel 1906 Edith decise di <<smettere coscientemente di pregare>> (sue parole) e divenne atea. Nel 1911 s'iscrisse all'Università di Breslavia. Poi nel 1913 proseguì gli studi a Gottinga, dove Edmund Husserl appartenente al movimento  fenomenologico insegnava filosofia. Il 3 Agosto 1916 Edith si laureò summa cum laude in filosofia con una tesi sull'empatia. Il 1° Gennaio 1922 ricevette il battesimo con il nome di Theresia Hedwig nella chiesa di San Martino a Bergzabern. Gli fece da madrina un'amica filosofa, Hedwig Conrad-Martius. A casa dei coniugi Martius Edith aveva trascorso due mesi di vacanza, dal 28 Maggio ai primi d'Agosto del 1921. Una notte la donna prese un libro a caso dall'ampia biblioteca: era l'autobiografia di santa Teresa d'Avila. Praticamente da quella lettura nacque la sua conversione. Dal 1923 al 1931 Edith insegnò al liceo e all'istituto magistrale del convento di Santa Maddalena delle domenicane a Spira. Viveva nel monastero come laica anche se aveva più volte espresso l'intenzione di prendere i voti. Era stata sconsigliata da un abate benedettino, anzi questi la spinse a conseguire l'abilitazione all'insegnamento in un'università. Nell'Aprile 1932 Edith accettò una cattedra all'Istituto tedesco di pedagogia scientifica di Münster in Westfalia. Il 30 Gennaio 1933 il Presidente della Repubblica Hindenburg nominò Hitler cancelliere [Reichskanzler]. Il 27 Febbraio divampò un incendio nel Parlamento; il giorno dopo Hitler convinse Hindenburg ad approvare il ‘‘decreto presidenziale per la protezione del Popolo e dello Stato’’ [Verordnung des Reichspräsidenten zum Schutz von Volk und Staat]. In pratica, in nome della sicurezza nazionale, furono sospesi i diritti elementari imponendo la pena di morte per: incendio doloso, sabotaggio, turbamento dell'ordine pubblico e resistenza allo stesso decreto. Le elezioni del successivo 5 Marzo non assicurarono la maggioranza assoluta al NSDAP (288 seggi; 43,9%). Il 20 Marzo il prefetto di polizia di Monaco annunciò l'apertura a Dachau di un campo per 5000 prigionieri politici (militanti antinazisti, ebrei, "asociali"). Il 23 Marzo in quella che fu l'ultima seduta del Parlamento — tenuta nella chiesa della Guarnigione di Postdam — Hitler presentò un provvedimento particolare: la ‘‘legge dei pieni poteri’’ [Ermächtigungsgesetz]. Questa permetteva al cancelliere e il suo gabinetto di promulgare leggi senza l'approvazione del Reichstag almeno fino al 01.07.1937. Tutti i partiti eccetto i socialdemocratici del SPD votarono contro; i comunisti erano già stati estromessi. Il voto finale del 24 Marzo fu di 441 a 94. Dal 1° Aprile, per quattro giorni, nazisti in uniforme attuarono la prima giornata di boicottaggio verso ogni negozio ebreo del Reich. Il 7 Aprile la ‘‘legge sulla restaurazione dei pubblici funzionari di carriera’’ [Gesetz zur Wiederherstellung des Berufsbeamtentums] dispose l'esclusione degli elementi <<politicamente inaffidabili>> e di tutti gli ebrei. Quindi ogni "nemico" del Reich, specie gli ebrei, potevano essere licenziati con effetto immediato. Inoltre con questa legge venne data la prima definizione di <<non ariano>>. Praticamente bastava avere un genitore o un nonno <<non ariano>> per essere definiti tali. Comunque un genitore o un nonno che professassero la religione ebraica erano considerati <<presunti ebrei>>. Il 12 Ottobre 1933 Edith trascorse l'ultima giornata con la madre, i fratelli e le sorelle a Breslau. Tutti eccetto Rose lasciarono l'Europa. Il 14 Ottobre Edith entrò nel Carmelo di Colonia-Lindenthal. Il 15 Aprile 1934 Theresia Hedwing Stein compì il rito della vestizione prendendo il nome di Teresia Benedicta a Cruce. Il 21 Aprile 1935 emise i voti semplici per tre anni. Il 14 Settembre 1936, mentre l'ordine rinnovava i voti (come da tradizione nella Festa dell'esaltazione della croce), arrivò da Breslavia un telegramma: Auguste Courant era morta per un cancro all'età di 86 anni. Il successivo 15 Dicembre, sua sorella Rose (nata il 13.12.1883) fu battezzata a Colonia. Il 21 Aprile 1938 suor Benedetta emise i voti solenni; il 1° Maggio nella "Festa del velo" questi divennero perpetui. Fra il 9 e il 10 Novembre 1938 (la famigerata Kristallnacht, la Notte dei cristalli′) i nazisti condussero un pogrom su scala nazionale contro la comunità ebraica. Furono saccheggiati più di 7000 negozi, incendiate sinagoghe, uccise 91 persone e alcune centinaia furono deportate nei campi di concentramento. l'intera comunità ebraica fu condannata a pagare una multa di un miliardo di marchi per i danni causati <<dalla giusta reazione e collera del popolo tedesco>>! Per sicurezza fu deciso di spostare Edith nel vicino carmelo olandese di Echt. Questo trasferimento avvenne nella notte fra il 31.12.1938 e 01.01.1939. Il 10 Maggio 1940 le truppe naziste invasero il Belgio, l'Olanda e il Lussemburgo. Alle 13:30 del 15 Maggio, il comandante supremo delle forze armate, Henri Winkelman, firmò la capitolazione dell'Olanda. Un campo di concentramento [lager] situato nelle vicinanze della città polacca di Oświeçim [Auschwitz in tedesco] venne aperto 14 Giugno. Qualche mese dopo Rose Stein si trasferì nella foresteria del carmelo olandese per rimanere accanto alla sorella. Nell'ispezione ad Auschwitz del 1° Marzo 1941, il comandante supremo delle SS Heinrich Himmler dispose la costruzione di un campo di concentramento per almeno centomila detenuti da allestirsi al posto del vicino villaggio di Brzezinka [Birkenau in tedesco]. Nel Luglio 1941, probabilmente il 29, in un incontro informale a Berlino, Himmler convocò il comandante di Auschwitz, Rudolf Höss. Secondo il capo supremo delle SS, i lager di Auschwitz e quello in costruzione di Birkenau dovevano avere un ruolo essenziale nell'Endlösung/‘‘soluzione finale’’. Inoltre Himmler incaricò il tenente colonnello Adolf Eichmann di "aiutare" Höss. Le due SS dovevano trovare il posto ed il metodo giusto per attuare il progetto criminale di sterminare tutti gli ebrei d'Europa. Il 31 Luglio, il maresciallo del Reich, Herman Göring, inviò a Reinhard Heydrich un ordine scritto dove si chiedeva di predisporre tutti i preparativi … a una soluzione complessiva della questione ebraica nei paesi europei sotto l'influenza tedesca. Così Heydrich, allora capo del RSHA ebbe l'autorizzazione ad assumere un ruolo centrale nella politica di sterminio. Intanto Höss e Eichmann fecero vari sopralluoghi in bosco di betulle [birkenwald] che si trovava all'esterno del campo di Birkenau. Alla fine le due SS trovarono una fattoria ed una stalla <<adatti allo scopo>>. Il 3 Settembre 1941 il primo direttore del lager di Auschwitz, Karl Fritzsch "sperimentò" lo Zyklon B su 600 prigionieri russi e 250 malati di tubercolosi. La "prova" venne fatta nel famigerato Blocco 11. Dopo sette mesi di costruzione, il 7 Ottobre divenne operativo il complesso di Birkenau (3 km dal campo-base di Auschwitz). L'11 Ottobre Höss approvò la tecnica sperimentata da Fritzsch. Il 20 Gennaio 1942, Heydrich convocò una conferenza interministeriale in una villa posta sulla strada che conduce al grande Wannsee, un'ansa del fiume Havel a sud-ovest di Berlino. Il tema segretissimo era: Endlosung der Judenfrage/‘‘Soluzione finale della questione ebraica’’. Heydrich fece il discorso introduttivo, mentre Adolf Eichmann svolse il compito di segretario. In meno di due ore Heydrich, otto sottosegretari e sei funzionari di polizia e del servizio di sicurezza pianificarono lo sterminio di tutti ebrei d'Europa entro il 1950. Il piano era semplice nella sua mostruosità "deportare tutti" ad Est, eliminare gli <<inabili al lavoro>> al loro arrivo, sfruttare la manodopera senza limiti (ciò avrebbe comportato una <<diminuzione naturale>>), sopprimere gli <<elementi più resistenti>>; tutto questo per evitare ogni rinascita del popolo ebraico. Due strutture c'erano già: Chełmno e sopratutto Oświeçim-Brzezinka; poi ne sarebbero state aggiunte altre per i milioni di ebrei ancora presenti nelle zone occupate. Il metodo già sperimentato nel programma T4 sarebbe stato il gas asfissiante (Zyklon B o monossido di carbonio molto più "efficienti" dell'esecuzioni di massa eseguite dagli Einsatzgruppen). I luoghi di evacuazione erano ben collegati da ferrovie e non avrebbero destato attenzioni o sospetti. Tutto doveva svolgersi con segretezza, metodo e rigore a prescindere dalle sorti della guerra. L'<<evacuazione>> sarebbe iniziata dal protettorato di Boemia e Moravia, per poi estendersi all'Olanda e Francia e agli altri paesi occupati. Il 20 Marzo divenne operativo il Bunker-I (la cascina), costruito al posto di una fattoria fra gli alberi da frutto e le betulle di Birkenau. Accanto al bunker c'era una camera a gas provvisoria, i corpi venivano cremati subito dopo e le ceneri sparse nei boschi o buttate nella Vistola. A fine Aprile Edith e Rose furono convocate a Maastricht dalla Gestapo. Le due sorelle dovettero indossare il segno di riconoscimento prescritto per gli ebrei. Nonostante fossero battezzate e di religione cattolica, per i nazisti non cambiava nulla. Infatti un decreto tedesco del 14.11.1935 definiva ebreo chi <<aveva almeno tre antenati [genitori, nonni] ebrei>> oppure <<chi appartiene alla religione ebraica>>. Il 12 Maggio millecinquecento ebrei arrivarono alla stazione di Oświeçim. A questi deportati non fu applicata la selezione perché vennero direttamente inviati al Bunker-I. Praticamente quel giorno Auschwitz-Birkenau diventò un vernichtungslager, cioè un ‘‘campo di sterminio’’. Il 27 Maggio la resistenza ceca tese un agguato a Heydrich: gli fu buttata una granata anticarro dentro la sua auto. Il governatore della Boemia e Moravia rimase gravemente ferito e morì in un ospedale di Praga alle 04:30 del 4 Giugno. La vendetta dei nazisti fu spietata: 3000 ebrei del lager-ghetto di Theresienstadt-Terezin (56 km a nord di Praga) furono deportati e sterminati. Per ulteriore rappresaglia, Himmler il 10 Giugno ordinò la liquidazione il piccolo villaggio boemo di Lidice che era ritenuto un nascondiglio di partigiani. Tutti i 173 uomini ed i ragazzi sopra i 16 anni furono fucilati; 195 donne furono deportate nel lager di Ravensbrück, mentre 105 bambini furono destinati al cosiddetto progetto Lebensborn (solo in sette furono rintracciati dopo la guerra). Il 22 Giugno, in una telefonata riservata, Eichmann comunicò che dalla metà di Luglio 40.000 ebrei olandesi e 10.000 belgi dovevano essere avviati al lavoro obbligatorio. Il 30 Giugno venne "inaugurato" anche il Bunker-II (la cascina′) a Birkenau. Il 4 Luglio nel campo di Auschwitz-Birkenau fu applicata la "selezione" ad un trasportjuden. Dalla Slovacchia giunsero 1000 persone sulla banchina di scarico (la cosiddetta judenrampe) nello scalo merci della stazione di Oświeçim. Il medico SS del campo scelse 264 uomini e 108 donne. Le restanti persone — vecchi, bambine, donne incinte o madri — andarono direttamente "al camino". Nello stesso trasporto fu formato il primo sonderkommando [‘‘squadra speciale’’], composto da decine di ebrei che dovevano occuparsi delle persone sottoposte al sonderbehandlung/‘‘trattamento speciale’’. Ogni sonderkommando durava circa 90 giorni; quello successivo veniva "iniziato" con la liquidazione del precedente. Di queste "squadre" a Birkenau ne succederanno dodici, ma l'ultima si ribellò nell'Ottobre 1944 (clicca qui per saperne di più). L'11 Luglio l'arcivescovo di Utrech inoltrò un telegramma di protesta contro la persecuzione degli ebrei. Il commissario generali per gli affari con le Chiese dispose che tutti gli ebrei battezzati prima del 1° Gennaio 1941 dovevano essere esclusi dalle deportazioni. In Olanda vivevano centomila ebrei e solo 700 rientravano in questa "eccezione". Dato che la questione riguardava anche gli ebrei non battezzati, i vescovi olandesi decisero che una lettera pastorale (con allegato il testo del telegramma dell'11.07.1942) sarebbe stata letta dal pulpito di ogni chiesa cattolica. L'autorità tedesche intercettarono la lettera ed intimarono di non diffonderla. Intanto Edith si era rivolta a degli amici che aveva in Svizzera per trovare rifugio insieme a Rose. Alla fine il luogo fu individuato nel carmelo di Le Pâquier a Friburgo in Svizzera. Purtroppo il governo svizzero si dimostrò molto perplesso nel concedere il permesso di soggiorno. Il 15 Luglio partirono due convogli dai campi olandesi di Westerbork e Amersfoort per un totale di 2000 persone (1303 uomini e bambini; 697 donne e bambine). Il 17 Luglio i due convogli arrivarono al capolinea: Auschwitz-Birkenau. Dopo la selezione, 1251 uomini e 300 donne vennero internati nel lager. I restanti 449 deportati furono uccisi nelle camere a gas. Domenica 26 Luglio la lettera fu letta in ogni chiesa cattolica olandese. Lunedì 27 Luglio arrivò la rappresaglia nazista: tutti i "sangue misto" sarebbero stati deportati entro la fine della settimana. Il 29 Luglio il presidente svizzero Etter si recò a Le Pâquier per velocizzare il trasferimento. Ma alle 17 di sabato 2 Agosto, due ufficiali delle SS si presentarono al carmelo di Echt chiedendo delle <<sorelle Stein>>; appena identificate, gli concessero cinque minuti per radunare le proprie cose. I 244 ebrei cattolici arrestati quel giorno furono portati ad Amersfoort in un campo di raccolta. Per la cronaca, due giorni dopo arrivò a Echt la lettera di risposta dalla Svizzera: alle due sorelle era stata negata l'ospitalità! La mattina del 5 le persone arrestate nella retata di tre giorni prima furono trasferite a Westerbork (un campo profughi che dal 1° Luglio era diventato campo di concentramento e transito). Da lì le destinazioni possibili erano tre: Bergen-Belsen (un campo di concentramento vicino Hannover), Terezin-Theresienstadt (a nord di Praga i cui prigionieri venivano spesso trasferiti ai campi di sterminio polacchi) ed infine proprio Auschwitz-Birkenau. Nella notte fra il 6 e il 7, un treno con 987 persone (510 uomini/bambini e 477 donne/bambine) stipati in carri bestiame, partì da Westerbork. Nella notte fra l'8 e 9 il convoglio arrivò al capolinea: la Judenrampe della stazione di Oświeçim. La successiva "selezione" stabilì che 464 <<unità>> (315 uomini e 149 donne numerate dal 15812 al 15960) erano ancora <<utili>>; le restanti 523, fra cui le sorelle Stein, furono senz'altro gasate. La data precisa della morte delle sorelle Stein non è certa. Verosimilmente fu lo stesso giorno dell'arrivo (9 Agosto, l'Av — la festività ebraica del digiuno) o forse il 10. Infatti era prassi applicare il "trattamento speciale" entro uno o due giorni dall'arrivo. Una dichiarazione congiunta — stilata nella terza conferenza di Mosca — dispose che quegli ufficiali tedeschi e quei membri del partito Nazista che si siano resi responsabili, direttamente o indirettamente, delle sopra citate atrocità verranno trasferiti nei Paesi nei quali i loro atti abominevoli sono stati commessi, affinché possano essere giudicati e puniti secondo le leggi di quegli stessi Paesi . Nel pomeriggio del 27 Gennaio 1945 le truppe sovietiche liberarono Auschwitz-Birkenau. L'armate dei generali Żukov (da est) e Koniev (da sud) e Rokossovsky (da ovest) il 16 Aprile si schierarono contro Berlino. Il 20 Aprile l'artiglieria russa iniziò un bombardamento serrato da Marzahn, 12 km dal centro della capitale tedesca. Alle 15:30 del 30 Aprile Hitler si suicidò con un colpo di pistola nel Führerbunker della Cancelleria. Alle 22:50 tre ufficiali issarono la bandiera sulla vicina statua equestre rappresentante la Germania in trionfo. Alle 02:31 locali del 7 Maggio a Reims il generale Jodl (1890-16.10.1946) firmò la bedingungslose kapitulation [‘‘resa incondizionata’’] con gli Alleati. Lo stesso giorno cessò la lunga e disperata resistenza dei tedeschi a Breslavia. La Seconda guerra mondiale in Europa terminò ufficialmente alle 00:01 del 9 Maggio. Heinrich Himmler fu bloccato dagli inglesi il 22 Maggio a Barnstedt vicino Amburgo. L'ex comandante delle SS si uccise con il cianuro la sera del giorno dopo durante una visita medica nel campo di prigionia 031. Alle 23 dell'11 Marzo 1946 Rudolf Höss fu arrestato dalla polizia militare inglese in una fattoria di Flensberg. La fiala di veleno gli si era rotta due giorni prima. Höss il 15 Aprile testimoniò a Norimberga e ad altri processi. Il 25 Maggio l'ex comandante fu trasferito in Polonia, dove la Procura di Stato elevò contro di lui le sue accuse. Arthur Seyss-Inquart, ex governatore dell'Olanda occupata, il 1° Ottobre fu condannato a morte nel processo di Norimberga. L'esecuzione della sentenza avvenne alle 02:45 del successivo 16 Ottobre mediante impiccagione. Il processo contro Rudolf Höss si tenne a Varsavia dall'11 al 29 Marzo 1947. Il Supremo tribunale del popolo lo condannò a morte il 2 Aprile. Il condannato rinunciò all'appello per la clemenza il 4 Aprile. L'esecuzione avvenne tramite impiccagione nelle vicinanze del forno crematorio di Auschwitz il successivo 16 Aprile. La morte delle sorelle Stein fu ufficialmente dichiarata l'11 Giugno 1947 quando ebbero i suffragi previsti dall'ordine. La Gazzetta Ufficiale olandese del 16 Novembre 1950 elencò i nomi degli ebrei deportati quel 07.08.1942. Edith e Rose risultavano morte due giorni dopo. L'11 Maggio 1960 gli agenti del Mossad rapirono Adolf Eichmann a Buenos Aires. Il principale artefice dello Shoah fu processato da un tribunale a Gerusalemme a partire dal 10 Aprile 1961. Alle 08:21 locali del successivo 11 Dicembre tre giudici emisero la sentenza: colpevole dei 15 capi d'accusa, condannato all'impiccagione. Alle 23:58 locali del 31 Maggio 1962 Eichmann fu impiccato nella prigione di Ramleh vicino Tel Aviv. Sarà l'unica condanna a morte eseguita nella storia dello stato d'Israele. Hedwig Conrad-Martius morì a Mníchov [Cecoslovacchia] il 15 Febbraio 1966 all'età di quasi 78 anni. Il 7 Giugno 1979 Paolo Giovanni II visitò Auschwitz-Birkenau. La cerimonia di beatificazione di Edith Stein fu tenuta a Colonia il 1° Maggio 1987. La canonizzazione avvenne in piazza San Pietro l'11 Ottobre 1998. Santa Teresa della Croce fu dichiarata patrona d'Europa insieme a santa Brigida di Svezia e santa Caterina da Siena il 3 Ottobre 1999. Paolo Giovanni II si spense nell'appartamento privato situato nella Città del Vaticano il 2 Aprile 2005. Karol Józef Wojtyła era nato a Wadowice, 48 km a nord-est di Cracovia, il 18 Maggio 1920.

« Mio Dio, cosa è successo? Lasciatemi sola. »

ai soccorritori poco prima di perdere conoscenza.

DIANA FRANCES SPENCER (‘Lady D’)

principessa del Galles {dal 29.07.1981}

duchessa di Cornovaglia {29.07.1981-28.08.1996}

A. Parkhouse – Sandringham [Inghilterra], 01.07.1961 19:45?

Ω. Parigi ¦Groupe hospitalier de la Pitié-Salpêtrière¦, 31.08.1997 04:01

 ferite subite in un incidente automobilisto accaduto alle 00:25  link

‘Lady D’ e il suo fidanzato Emad ‘Dodi’ Al-Fayed alle 00:20 del 31 Agosto 1997 lasciarono l'Hotel Ritz di Parigi a bordo di una Mercedes S-600 nera (dotata di quattro air-bag, ABS, ASR) targata 680 LTV75. La macchina a metà Aprile aveva subito un'effrazione, cinture e freni erano stati danneggiati; l'indagini della polizia non avevano portato a nulla. Tornando alla notte del 31 Agosto, un funzionario della sicurezza del Ritz il 41enne Henry Paul si mise alla guida della berlina. Accanto a lui si accomodò la guardia del corpo di Al-Fayed, 31 enne Trevor Reese-Jones. Nel sedile posteriore dietro l'autista, si sedette Al-Fayed e accanto a lui Lady D′. Solo la guardia del corpo indossò la cintura di sicurezza. Alle 00:23-00:25 la macchina imboccò a velocità sostenuta (non meno di 120 km/h) il sottopasso sulla riva destra della Senna. Questa galleria, lunga circa 200 metri in leggera discesa, aveva un limite fissato a 40 km/h... La berlina dopo una frenata di 16 metri si schiantò frontalmente sul 13° pilastro di cemento ad una velocità compresa fra i 95 e 109 km/h. Le telecamere a circuito chiuso non ripresero nulla perché erano rivolte nella direzione opposta. Alle 00:26 da un cellulare giunse una chiamata di soccorso al comando dei vigili del fuoco. Alle 00:28 sopraggiunse una pattuglia della polizia, alle 00:32 arrivarono un'ambulanza ed un mezzo dei pompieri. Venne così costatato che: l'autista era sicuramente deceduto sul colpo, Al-Fayed era già morto (anche se venne provato un estremo tentativo di rianimazione), Trevor Reese-Jones era seriamente ferito, ma cosciente; invece Lady D era gravemente ferita e semicosciente. Solo alle 01:15 la donna fu estratta dall'abitacolo, ma era già in coma. Alle 02:00 circa l'ambulanza giunse al Salpêtrière distante ben 6 km. Per la cronaca, sono più vicini: il “Val de Grâce”, ospedale con la migliore equipe anti-trauma, ma anche il Cochin, l'Hotel Dieu, il Lariboisière. Ormai il battito cardiaco della principessa era molto debole anche perchè aveva subìto due arresti nel tragitto di ben 43’. Alle 02:15 in sala rianimazione subentrò un altro arresto cardiaco. Furono effettuate delle trasfusioni di sangue e venne tentata un'operazione chirurgica. Alle 03:30, come estremo gesto di rianimazione, fu praticato un massaggio a cuore aperto. Alle 04:00 i medici dichiararono la morte di Diana Frances Spencer. Trevor Reese-Jones si riprese dalle ferite, ma non poté essere d'aiuto perché accusò un'amnesia retrograda. Il corpo di Lady-D venne immediatamente imbalsamato senza autorizzazione; così fu impossibile fare alcuni esami successivi. Del sangue di Henry Paul non fu possibile realizzare perizie indipendenti altrimenti i suoi famigliari non avrebbero ottenuto la salma. Il riscontro del DNA sui campioni di sangue analizzati non fu mai effettuato. L'autista avrebbe assunto una quantità di alcool pari a nove bicchieri di whiskey e due di Ricard; praticamente doveva essere sull'orlo del coma etilico... Nel sangue, ammesso che il campione analizzato fosse il suo, furono trovate anche tracce di antidepressivi come il Prozac e Triapidal. Stranamente venne rilevata una gran quantità di monossido di carbonio; si dice che quel giorno all'obitorio c'era anche una persona suicidata con il gas di scarico... L'anatomopatologa che condusse i test sul sangue dichiarò di aver compiuto tre prelievi mentre dai registri ne risultano cinque. La testimonianza dell'analista che condusse i test sulla presenza di 1,74 grammi di alcool/litro di sangue non risulta da alcuna documentazione. La polizia qualche giorno dopo perquisì l'appartamento di Henri Paul; nel frigo bar ci trovò una bottiglia di Suze (aperitivo genzianato), una di Porto, una di Ricard ed un'altra di Champagne. Chissà perché c'erano ben 240 lattine di Coca Light ancora imballate. Curiosamente le confezioni dei farmaci furono rinvenute nel cestino del suo ufficio al Ritz, che veniva svuotato più volte il giorno. Il 6 Gennaio 2004 la magistratura inglese ha riaperto il caso sulla morte di ‘Lady D’ e‘Dodi Al-Fayed. Il 20 Agosto 2006 il direttore della pubblica accusa francese ha autorizzato i giudici a riesaminare le testimonianze di due degli esperti forensi che analizzarono il sangue di Henri Paul. Nel Giugno 2007, in un approfondimento televisivo, è stata mostrata la testimonianza di una persona che asserisce di aver visto un bagliore accecante "sparato" da una moto sulla macchina all'imbocco del tunnel. Il 7 Aprile 2008 una giuria britannica attribuì la responsabilità dell'incidente mortale all'autista della Henri Paul. L'inchiesta, lunga e complessa, denominata “Operazione Paget”, in sedici capitoli "smonterebbe" altrettanti risvolti particolari della morte della principessa.

SETTEMBRE

« La nonna mi ha detto che doveva passare a prendermi, ma non è ancora arrivata... »

alla madre che l'assisteva; 14.09.1994, 18:30

ANNA MOANA ROSA POZZI 

(Moana = ‘’posto dove il mare è più profondo’’ in dialetto polinesiano)

 attrice, modella, scrittrice, pornostar, politica e cantante

A. Genova—Prà, 27.04.1961 03:10

Ω. Lione ¦HEH¦, 15.09.1994 alba

 carcinoma epatocellulare, forse causato da epatite [leggi qui]  RIP link

Nel 1994 Moana fu intervistata da Pippo Baudo in una puntata del programma “Tutti a casa” (andato in onda fra il 5 Marzo e 28 Maggio). La pornostar appariva ancora in buona salute ¦video¦. Sembra che i sintomi del tumore siano iniziati ad Aprile. Avendo abitato a Lione con la famiglia decise di curarsi in un ospedale cittadino “Edouard Herriot”, dotato di un reparto specializzato per le malattie al fegato. Inoltre, lontana dall'Italia, avrebbe evitato fughe di notizie sul suo stato di salute. Era noto che la pornodiva fosse estremamente riservata e frequentasse quell'ambiente solo per lavoro... Il cancro al fegato è uno delle più letali: 94% di mortalità. La prognosi è un po' migliore con un trattamento tipo resezione, embolizzazione o trapianto. La chemioterapia non mostra risultati apprezzabili. Moana chiese di essere sottoposta a radioterapia per evitare gli evidenti effetti della chemioterapia. A Giugno intraprese un viaggio in India con l'autista e collaboratore Antonio Di Ciesco. Quasi nessuno sapeva che fossero marito e moglie; l'aveva conosciuto casualmente a Lampedusa e quattro mesi dopo [31.10.'91] si erano sposati a Las Vegas. Nel viaggio di un mese l'allora 33enne perse molti kg ed accusò disturbi gastrointestinali. Il 12 Luglio partecipò ad una registrazione per “Il Quizzone” condotto da Gerry Scotti. La trasmissione sarebbe andata in onda il successivo 12 Settembre. Era già evidente un certo dimagrimento. Dopo Ferragosto tornò a Lione dove fra l'altro viveva la madre (da tempo separata dal marito). Il 22 Agosto la tac diede la sentenza finale: le metastasi si erano ormai diffuse, IV stadio. Probabilmente un virus contratto nel viaggio in India aveva ulteriormente indebolito l'organo. Sembra che una decina d'anni avesse contratto l'epatite in un viaggio in Africa. Fu curata male e da allora Moana aveva disturbi di tipo ormonali. Il primario del reparto di epatogastroenterologia, professor Christian Trepo, gli riferì la prognosi: un mese, massimo tre. Moana decise di ritornare a Roma alcuni giorni per "sistemare le cose". Il 4 Settembre furono comunicati i candidati per il premio “Impulse d'Oro” a cura della rivista di settore Videoimpulse. A Moana Pozzi andò il premio alla carriera che avrebbe potuto ritirare sabato 17 alla prima edizione del Misex. Però non era nei suoi programmi; ormai in fase terminale tornò insieme alla madre a Lione. Il giorno 7 non era sicuramente presente a Genova da un notaio che sancì il passaggio dell'eredità al padre [clicca qui]. Il 14 Settembre Moana iniziò a sprofondare in uno stato di semicoscienza per il dolore. In serata disse alla madre che aveva visto la nonna materna, Rosetta. Secondo un'antica credenza del paese d'origine della madre, Lerma, quando una persona sta male e vede i morti significa che la morte è prossima. Verso mezzanotte cadde in coma per morire all'alba. Le sue ultime volontà furono quella di essere cremata e che la notizia del suo decesso fosse data 48 ore dopo. La cremazione al “Cimitiere de la Guillotiere” avvenne il 17 mattina alla presenza di poche persone ¦fonte¦. La notizia del decesso fu data dalla famiglia lo stesso pomeriggio; Riccardo Schicchi la rilanciò e la sera stessa ritirò il premio alla carriera assegnato ad inizio mese da Videoimpulse. Nel Dicembre 2005 i coniugi Pozzi confermarono che l'urna cineraria è in una tomba senza nome nel cimitero di Lerma. Nel 1999 uscì “Guardami”, un film di Davide Ferrario liberamente ispirato a lei. Nel Febbraio 2006 Simone Pozzi, ufficialmente fratello di Moana e di Tamiko, affermò di essere il figlio dell'ex pornodiva. La sua reale identità non è mai stata chiarita: all'anagrafe di Roma risulta essere prima registrato come Conforti e poi come Pozzi; verosimilmente è figlio di Tamiko. Lo stesso anno pubblicò un libro, scritto insieme a Francesca Parravicini. Nell'Aprile 2007 in un'intervista Antonio Di Ciesco rivelò che in accordo con Moana gli aveva praticato l'eutanasia; inoltre disse che Simone Pozzi non era suo figlio ¦fonte¦. Nel Giugno 2007 l'esecutore testamentario, fondatore ed ideologo del PdA, Mauro Biuzzi mostrò l'esito di un'analisi dove la pornostar risultava sieronegativa [nel Marzo 1992]. Moana non lo voleva fare; ma senza non si poteva più lavorare nell'industria pornografica americana. Nel Luglio 2007 il pm Salvatore Vitello, titolare dell'inchiesta scaturita dalle dichiarazioni del vedovo di Moana, dispose una rogatoria internazionale ¦fonte¦. Il 1° e 2 Dicembre 2009 Sky mandò in onda la miniserie “Moana”; la parte fu affidata a Violante Placido (allora 33enne). Nicolino M. morì nel Giugno 2012 all'età di 83 anni. Riccardo Schicchi, lo scopritore di Moana e altre pornostar, si è spento all'ospedale Fatebenefratelli di Roma il 9 Dicembre 2012. L'allora 60enne soffriva di una grave forma di diabete con insufficienza renale. Era ricoverato dal mese di Giugno quando fu trovato in coma diabetico. Fino all'ultimo fece intendere che Moana non era morta [clicca qui]. Nel Settembre 2014 è stato rilasciato un "ultimo" film pornografico girato da Moana. L'attrice — pur sorridente — appare molto magra, quasi scheletrica; risalta il seno, dice non rifatto [clicca]. Il master originale è alla Cesarius Color che detiene tutta la filmografia di Moana, fra cui alcuni inediti. L'ultimo da lei "interpretato" è stato messo all'asta, 20 euro a fotogramma; parte del ricavato è andato all'Airc. Quello che ha distribuito Giuseppe Matera per la sua “FM Video” non è quello ritrovato all'Ideal ed in possesso della Augustus Color. Così ha specificato l'avvocato Michele Cianci, legale di Luciana Conti, vedova di Nicolino Matera ¦fonte¦. A suo tempo, il produttore concesse a Moana di essere ripresa; lei insisté molto anche se ormai era in precarie condizioni fisiche. Fu proprio il suo pigmalione, Riccardo Schicci, a dirigerla; dopotutto l'aveva consacrata nel mondo dell'hard con la sua agenzia di casting. Quasi sicuramente in quell'ultimo video, Moana non ebbe scene di sesso con uomini; già da un anno non ne girava (preferiva  le donne...). Quando morì, il produttore Nicolino Matera — con il quale era sotto contratto per tre anni fino al 1995 — decise di non divulgare la pellicola. Brunetto Fantauzzi, autore di alcuni libri su Moana, nel 2017 ha reso altre dichiarazioni: 1) Simone Pozzi non è suo figlio; 2) nove mesi dopo la morte qualcuno, con altre persone, ottenne un mutuo di due miliardi da un istituto bancario di Roma ¦fonte¦. Il 15.09.2019, a 25 anni dalla morte, Sky ha riproposto la miniserie “Moana”; invece su Iris è andato in onda in prima visione assoluta “Amami” (film commedia del 1992) ed uno speciale ¦pagina Mediaset¦.

OTTOBRE

« È buono. »

SADAKO SASAKI studentessa

A. Hiroshima, 07.01.1943 05:42

Ω. Hiroshima ¦Red Cross Hospital¦, 25.10.1955 09:57

 leucemia linfoblastica acuta  link

Alle 07:55 locali del 7 Dicembre 1941 gli aerei nipponici attaccarono, senza alcuna dichiarazione di guerra, la flotta americana di stanza a Pearl Harbor nelle Hawaii. L'8 Dicembre gli Usa e la Gran Bretagna dichiararono guerra al Giappone. Il 15 Giugno 1944 due divisioni americane attaccarono l'isole di Saipan, Guam e Tinian nell'arcipelago della Marianne. Ogni resistenza nipponica cessò l'11 Agosto. Il 19 Febbraio 1945 trentamila marines iniziarono lo sbarco sull'isola vulcanica di Iwo Jima, un avamposto di cruciale importanza per l'attacco finale al Giappone. La guarnigione di difesa era composta da circa 20mila soldati. Dopo cinque settimane di combattimenti, il 16 Marzo, solo 212 giapponesi si arresero; il resto aveva preferito suicidarsi. L'ultimo "ostacolo" sulla via del Giappone, l'isola di Okinawa, imporrà perdite pesantissime. Il 12 Aprile Franklin Delano Roosevelt, neo trentaduesimo Presidente, morì improvvisamente nella sua residenza di Warm Springs in Georgia. Così gli succedette il suo vice Harry S. Truman. Dal 27 Aprile la Target Committee selezionò i bersagli per un eventuale bombardamento atomico del Giappone. Furono così individuati: la baia di Tokio, Yokohama, Nagoya, Osaka, Kobe, Hiroshima, Kokura, Fukuoka, Nagasaki e Sasebo. Alcune di queste città vennero poi escluse perche avevano giù subìto un "bombardamento convenzionale". Ad esempio, Tokio dalla mezzanotte del 10 Marzo 1945 — per due ore e mezzo — era stata colpita da almeno 1783 tonnellate di bombe incendiarie. Circa 41 km² della capitale giapponese furono inceneriti e rasi al suolo; una stima ufficiale riferì di 83.793 morti e 40.918 feriti. Alle 02:41 locali del 7 Maggio a Reims il generale Jodl firmò la resa incondizionata dell'esercito tedesco. L'8 Maggio a Karlshorst - Berlino, quartier generale di Żukov, venne firmata la richiesta di resa incondizionata formulata dai sovietici. La Seconda guerra mondiale in Europa terminò ufficialmente alle 00:00 del 9 Maggio. Nove giorni dopo la Martin Aircraft Factory consegnò all'USAAF un bombardiere B-29 matricola 44-86292. La ‘fortezza volante’ aveva quattro motori da 2200 cavalli ciascuno, due per ogni ala lunga 45 metri. La sua autonomia era notevole: 5000 km, inoltre poteva volare a 576 km/h alla quota di 7620 metri. Dopo oltre ottanta giorni di combattimento, il 22 Giugno terminò la battaglia di Okinawa. Dei 120.000 soldati giapponesi se ne arresero appena 4mila. I generali preferirono uccidersi piuttosto che cadere prigionieri; solo un terzo della popolazione civile dell'isola (450mila persone) sopravvisse. Il 27 Giugno un B-29, opportunamente modificato, decollò dalla base di Wendover in Nevada il . A bordo c'erano undici uomini del 509° Gruppo Composito creato e guidato dal colonnello Paul Tibbits. Il 6 Luglio quel B-29 arrivò a Guam e poi proseguì verso l'isola di Tinian nelle Marianne. Alle 05:29:45 locali del 16 Luglio una bomba atomica da 19-21 kt, nome in codice ‘Gadget’, fu fatta esplodere nel deserto del New Mexico: era il “Trinity” test. Alle 3 del 16 l'USS Indianapolis partì dalla baia di San Francisco con un carico <<segreto e speciale>>; la destinazione era l'isola di Tinian. Il 17 Leo Szilard e altre 69 persone collegate al “progetto Manhattan” firmarono una petizione da consegnare a Truman. Il 20 quattro B-29 partirono da Tinian per una missione di addestramento: sganciare "zucche" (bombe con 4,5 tonnellate di esplosivo Torpex) su Koriyama, Fogushima, Nagaoka, Toyama. Alle 19:30 del 24 Luglio, durante la conferenza di Potsdam in Germania, Truman accennò a Stalin che gli Usa <<avevano un nuova arma di eccezionale potere distruttivo>>. Il 25 Luglio il capo delle forze aree Usa nel Pacifico, generale Spaatz, ricevette da Truman l'ordine di usare la bomba atomica contro il Giappone. Il 26 Truman, il primo ministro inglese Churchill e via telegrafo il presidente cinese Chiang Kai-Shek firmarono una dichiarazione congiunta; il tredicesimo ed ultimo punto recitava testualmente: Noi facciamo appello al governo del Giappone affinché proclami immediatamente la resa incondizionata di tutte le forze armate giapponesi e fornisca adeguate garanzie della loro buona fede in tale azione. L'alternativa per il Giappone è la rapida e totale distruzione. Sempre il 26 l'Indianapolis attraccò nella baia di Tinian. In una cassa di quattro metri e mezzo c'era il dispositivo di esplosione della bomba: un cannone ad alta velocità con il suo proiettile costruito con un isotopo di uranio 235. Il 29 tre B-29 decollarono per l'ultima missione d'addestramento; tre "zucche" furono sganciate su Ube, Koriyama, Yokkaichi. Alle 00:02 del 30 un sottomarino giapponese I-58 silurò l'Indianapolis — che dopo aver lasciato la "bomba" — continuava la sua missione, così segreta che nessuno sapeva dove fosse! Alle 00:14 la nave affondò e portò con se 300 uomini dell'equipaggio. Gli altri 900 si trovarono in un mare infestato dai pescecani a trecento miglia dalla terra più vicina. Sempre il 30 Luglio il Giappone respinse l'ultimatum di Potsdam. Il 31 Luglio Tibbets fece un volo di prova su Hiroshima: il ponte "a T" sull'isolotto del fiume Aioi era perfetto per il mirino automatico di bordo. Il 2 Agosto, Truman a bordo dell'USS Augusta di ritorno da Potsdam, confermò che «  in qualunque momento dopo il 3 Agosto l'ordine era colpire l'obiettivo primario». Il 3 furono recuperati 316 sopravvissuti dei 1196 uomini dell'Indianapolis. Il 5 Agosto venne deciso di attuare lo “Special Order number 13”: bombardare in maniera "non convenzionale" Hiroshima. Nella città giapponese esistevano vari complessi militari dove si fabbricavano munizioni, a quanto si sapeva non c'erano prigionieri di guerra americani. Se le condizioni meteo non fossero state ideali, allora si doveva ripiegare su uno dei due obiettivi secondari: Kokura o Nagasaki.  La sera del 5 una bomba-A [nome in codice ‘Little boy’, ‘‘ragazzino’’] fu posta sul B-29, che il comandante Tibbets battezzò con il nome di sua madre: Enola Gay. L'ordigno nucleare era lungo 3,2 metri, aveva un diametro di 73,7 cm e pesava 4400 kg. Il potenziale distruttivo dei 63 kg di uranio 235 venne stimato in 12,5-15 chilotoni. Il 6 alle 01:37 locali, tre aerei partirono da Tinian per verificare le condizioni meteo sui tre bersagli scelti (Hiroshima, Kokura, Nagasaki); era l'inizio dell'operazione Centerbord. Alle 02:45 Enola Gay decollò ai comandi di Tibbets; l'equipaggio era composto da 12 persone. Dopo il decollo il B-29 si pose ad una quota di crociera (circa 8000 metri). Alle 06:30 vennero attivate le batterie interne della bomba, che fu dichiarata "pronta". Questo significava che il "proiettile" — sistemato sulla testa della bomba — poteva essere "sparato" contro la massa restante di uranio. La rottura degli atomi avrebbe sprigionato un'energia micidiale e liberato neutroni, che a loro volta avrebbe spezzato altri atomi: era il processo di fissione nucleare. Alle 07:00 il maggiore Eatherly ai comandi dell'aereo di osservazione Numero 85 confermò che le condizioni meteo sul bersaglio primario erano perfette. Alle 07:09 le stazioni radar giapponesi rilevarono i velivoli; ma dato che erano solo tre e sembravano dei ricognitori, non venne riconosciuto lo stato di pericolo. Dopo 2400 km, alle 07:25, Enola Gay arrivò su Hiroshima planando a 7920 metri di quota. Alle 07:31 l'autorità militari giapponesi tolsero lo stato d'allarme aereo. Tibbets saputo dell'ennesimo all clear [in gergo ‘‘nessuno in vista’’] cedette i comandi al bombardiere, il maggiore Thomas Ferebee. Quando il ponte "a T" sul fiume Ota concise con il bersaglio del mirino, Ferebe lasciò cadere la bomba dai 9,47 km di quota: erano le 08:15:17. Quarantatre secondi dopo, alle 08:16:00, ad un'altezza di 580 ± 20 metri, ‘Little boy’ esplose. Per motivi vari, l'esplosione avvenne 240 metri a nord-est dal ponte Aioi [vedi foto] e così questi non fu disintegrato... Sul punto alle coordinate 34,39 Nord e 132,45 Est – praticamente sopra lo Shima Hospital – l'aria raggiunse la temperatura di milioni di gradi. Questa foto del 2014 ritrae la zona dell'ipocentro; invece quest'altra fu ripresa nel Novembre 1945 dall'esercito americano. Una palla di fuoco apparve nel cielo, dopo un decimillesimo di secondo raggiunse un diametro di 28 metri ed una temperatura di 300.000 °C. Sull'ipocentro, cioè il unto sulla cui verticale esplose la bomba [schemafoto della zona ricostruita], si scatenò l'inferno: per un raggio di 140 metri i 5000 °C incenerirono tutto. Ovviamente la clinica del dottor Shima sparì insieme agli ottanta occupanti, fra personale medico e pazienti. Circa 74-80mila esseri umani che si trovavano nel raggio di 500 metri dall'ipocentro furono, a seconda della distanza: dissolti, vaporizzati, vetrificati, fusi. Comunque ci furono casi di sopravvivenza miracolosa: Eizo Nomura si trovava nello scantinato della ‘‘Fuel Hall’’ a soli 170 metri; riportò gravi ustioni, ma sopravvisse e morì 84enne nel 1982. Akiko Takakura, una ventenne che aspettava il suo turno nella Banca di Hiroshima (300 metri) sopravvisse nonostante le oltre cento ferite alla schiena. Nata nel 1925 è una delle pochissime persone, se non l'unica, ancora vivente dopo essersi trovata a mezzo km dall'ipocentro. "Fortuna" che solo l'1,7% del materiale fissile fu coinvolto dalla scissione; insomma Little boy fece cilecca. Così il "raggio della distruzione totale" si attestò sul miglio invece che decine di km. Chi sopravvisse fu concorde: prima vide un flash abbagliante, poi subito dopo un rombo assordante ed infine il buio... Per valutare un minimo gli effetti dell'esplosione atomica — non contando la ‘‘pioggia sporca’’ [il cosiddetto fallout] vai a questa pagina. Alcuni prigionieri di guerra americani detenuti nel castello si dissolsero insieme alla costruzione fortificata. Quando avvenne l'esplosione la famiglia Sasaki (la madre, la nonna, Masahiro di quattro anni e Sadako di due) si trovava in casa a circa due chilometri dal ‘ground zero’ [vedi immagine]. L'onda d'urto spinse la bambina fuori da una finestra. Venne poi ritrovata miracolosamente, e apparentemente, incolume. Nel romanzo per ragazzi “Il grande sole di Hiroshima” questa vicenda è po' "romanzata": il fratello Masahiro, già grandicello [in realtà nacque nel 1941] porta la sorellina al parco Hijiyama per cercare un po' di refrigerio. L'autore del romanzo, Karl Bruckner, inoltre s'immagina che quel giorno d'Agosto la mamma dei due ragazzi fosse al lavoro nei cantieri della Mitsubishi. Quando arrivò lo spostamento d'aria, Masahiro era immerso in uno stagno. Il ragazzo fu scaraventato sulla riva, ma l'acqua lo protesse dall'irradiamento. Invece Sadako, che dormiva ignara sotto un salice, fu sollevata e sbattuta a terra riportando delle escoriazioni. Alle 08:17 l'onda d'urto raggiunse l'Enola Gay che si trovava già a 15 km. Il fungo atomico s'innalzò per 18 km e poté essere fotografato anche da 650 km! Intanto sessantotto dottori si prodigarono nel soccorrere i feriti di Hiroshima, ma poterono solo somministrare olio sull'ustioni e mercurio-cromo sulle piaghe. Nessuno di questi medici sopravvisse alle radiazioni. Solo tre dei 55 ospedali e centri di pronto soccorso cittadini erano operativi. Il dottor Kaoru Shima, che aveva fondato l'omonimo ospedale nel 1933, tornò ad Hiroshima la notte del 6. Era stato in una città vicina ad assistere un collega per una difficile operazione. Il pomeriggio del 7 arrivò dove c'era l'ospedale: l'uniche strutture rimaste erano due colonne all'ingresso. Fra la cenere ritrovò anche un ferro chirurgico che aveva acquistato negli Stati Uniti in un viaggio-studio. Shima e l'infermiera che l'aveva accompagnato furono gli unici due che si erano salvati dello staff. Di loro c'erano solo ossa, come slavate dall'esplosione. Invece il “Red Cross Hospital” (1,5 km dall'ipocentro) fu per così dire risparmiato [vedi immagine] anche se la maggior parte del personale rimase uccisa o ferita. In tutta la città morirono 180 su 200 medici e 1630 su 1780 infermieri. L'Enola Gay atterrò alla base di Tinian alle 14:58. Dai calcoli successivi, fu stimato che solo l'1,38% dell'uranio di Litte boy aveva subìto un'effettiva fissione nucleare. Gli scienziati definirono l'efficienza dell'ordigno <<molto bassa>>. Il Giappone non volle arrendersi nonostante il bombardamento atomico; l'8 Agosto l'Unione Sovietica gli dichiarò guerra come era stato concordato nella conferenza di Potsdam. Gli analisti americani stimarono in 25mila morti — più dei soldati caduti a Iwo Jima e Okinawa — il prezzo da pagare per un'invasione militare dell'isola. Inoltre l'invasione rapida dell'Armata in Manciuria e Corea poteva ripetere lo scenario dell'Europa, la cui parte orientale era finita sotto il dominio sovietico. Così l'8 Agosto fu deciso di sganciare un'altra bomba atomica su un obiettivo secondario. Alle 11:02 locali del 9 Agosto una bomba-A (nome in codice Fat man, ‘‘grassone’’) da 22 chilotoni esplose 561 metri sopra Nagasaki, una città con 144.000 abitanti. Si stima che morirono 23.753 persone e altre 43.020 rimasero ferite; naturalmente la maggior parte morì in seguito. Il 14 l'imperatore Hirohito accettò i termini della dichiarazione di Potsdam. Il 19 Agosto fu stimato che i morti a Hiroshima erano 92.333; ma entro l'anno moriranno 70-75mila persone ferite (per calore, irraggiamento gamma, spostamento dell'aria). Il 90% della città per un'area di 12,17 km² era stata distrutta. La popolazione, che prima del 6 Agosto era compresa fra le 300 e i 400mila persone, raggiunse il minimo storico il 1° Novembre: 137.197 abitanti. La ricostruzione partì da una precisa scelta: tutto sarebbe stato coperto da metri di terra fresca, ovviamente raccolta dalle zone non contaminate. Nonostante le difficoltà, il dottor Shima ricostruì l'ospedale nello stesso punto del precedente. L'inaugurazione fu nel 1948; suo figlio, anche lui un "sopravvissuto", divenne medico e poi direttore della struttura fondata dal padre, morto 90enne nel 1977. I sopravvissuti ai bombardamento atomici di Nagasaki e Hiroshima, secondo questi criteri, sono denominati hibakusha [alla lettera ‘‘persona affetta dall'esplosione’’]. Il 3 Luglio 1949 Enola Gay fu preso in consegna dalla Smithsonian Institution di Washington D.C. In linea con il “A-bomb Dome” fu costruito un cenotafio ¦pagina Wiki¦ a forma di arco come simbolo di riparo per l'anime delle vittime. Questo primo monumento fu inaugurato il 6 Agosto 1952; da allora viene tenuto un registro con su scritto nome e data di morte di tutte le persone che sono morte da quel 06.08.1945. Intanto la famiglia Sasaki, come tutte le altre di Hiroshima, aveva ripreso pian piano a ricostruire: nel 1947 il padre aprì un nuovo negozio di barbiere in città. Nel 1949 Sadako iniziò l'elementari alla scuola Nobori-cho. Era una bambina sportiva: correva a piedi (50 metri in 7,5") e andava pure in bicicletta; però nel 1954 iniziò a stare male: a Gennaio mostrò alla madre un linfonodo un po' ingrossato dietro l'orecchio. A Giugno venne visitata dai medici dell'ABCC (un centro di ricerche sugli effetti dei bombardamenti atomici, istituito dagli Usa il 26.01.1946). Il responso fu che stava bene! A Settembre appariva pallida e si sentiva stanca; comunque le sue prestazioni sportive non sembravano risentirne. A Novembre accusò dei malesseri più specifici: febbre, gonfiori dalla nuca al viso, prurito, brividi, stanchezza. Dopo un'altra gara di bici arrivò al traguardo insolitamente stremata; durante una corsa campestre ebbe un capogiro e svenne. Il 9 Gennaio 1955 Sadako, a cui nel frattempo erano comparse delle macchie sulle gambe, fu visitata in ospedale e sottoposta ad analisi più approfondite. Il 18 Febbraio i medici emisero la diagnosi definitiva: leucemia linfoblastica acuta. Attualmente la sopravvivenza, cioè remissione dalla malattia dopo tre anni, è del 60-80%; ma nei bambini si può arrivare alla guarigione nella quasi totalità dei casi. Ma allora non c'erano cure, solo trasfusioni e terapie di supporto; quindi la prognosi era inesorabilmente infausta: massimo un anno restando sempre in ospedale. Nell'aree colpite dalle bombe atomiche, questa forma di leucemia era ormai diventata frequente; prima del 1945 si registrava un caso di LLA ogni 600mila l'anno! Chiaramente era, ed è, correlata al bombardamento atomico; difatti fu chiamata ‘morbo della Bomba-A’. Il 21 Febbraio Sadako entrò nell'ospedale cittadino della Croce Rossa. Il 3 Agosto Chizuko Hamamoto, la sua migliore amica, nella consueta visita in ospedale gli mostrò una piccola ‘‘gru’’ [tsuru] di carta dorata. Secondo un'antica leggenda, se una persona costruisce mille gru di carta gli sarà concesso l'avversarsi di un desiderio. Sadako utilizzò come carta anche quella delle confezioni dei medicinali. Il primo giorno completò 12 gru, dopo tre settimane era arrivata a 396; alla quinta settimana circa 541 erano appese nella sua stanza. Il 6 Agosto i medici gli concessero di partecipare con la famiglia alla commemorazione annuale. In dieci anni Hiroshima era stata completamente ricostruita; solo il A-bomb Dome [Genbaku Dōmu], l'ufficio di promozione industriale a 160 metri all'ipocentro, era/è rimasto come allora. Nel tragitto verso il Peace Memorial Park [Heiwa kinen kōen] Sadako ebbe un malore e fu costretta a ritornare in ospedale. A fine Settembre le sue condizioni si aggravarono. Ormai poteva fare ben poche gru per l'estrema debolezza ed i frequenti svenimenti. A metà Ottobre la sua gamba sinistra si gonfiò assumendo anche un preoccupante colore: era l'ultima fase della malattia [vedi immagine]. I famigliari quasi l'imploravano di mangiare qualcosa; così Sadako chiese un chazuke, un piatto tipico della cucina giapponese. Dopo averlo sorseggiato, disse che <<era buono>>; si spense nel sonno la mattina del 25 Ottobre. Il suo corpo fu esaminato dall'ABCC; solo dopo la sua chiusura, il 01.04.1975, fu rivelato che i test erano stati fatti anche su hibakusha vivi. Anche Sadako era fra questi... Tornando al giorno della sua morte, nella stanza dell'ospedale erano appese almeno 642 gru. I compagni di scuola fecero le restanti per arrivare a mille.  La cerimonia funebre si tenne allo Shinkoji Temple; nella bara Sadako era vestita con il suo primo kimono, intorno al corpo c'erano le gru e fiori ¦foto¦. Lo shintoismo, religione di Stato, richiedeva/richiede la cremazione e così avvenne; sembra che una piccola parte delle gru fu lasciata alla famiglia. Il 12 Novembre 1955, un comitato di studenti decise di costruire un monumento per ricordare Sadako e tutti gli altri bambini morti come lei ¦fonte¦. Nel Settembre 1956 nell'ospedale cittadino della Croce Rossa entrò in funzione un'ala per gli hibakusha. L'intera struttura assunse una nuova denominazione: Hiroshima A-bomb Hospital. Ad un anno esatto dalla morte di Sadako fu possibile annunciare che una statua sarebbe stata posta al centro del Peace Memorial Park. Il 5 Maggio 1958 venne inaugurato il Children's Peace Monument [Genbaku no ko no zō, alla lettera ‘‘statua ai bambini colpiti dalla bomba atomica’’]. La statua, raffigurante Sadako che lancia una gru nel cielo, al suo basamento reca incisa una frase degli amici di Sadako: Questo è il nostro grido, questa è la nostra preghiera: per costruire la pace nel mondo. Una gru di bronzo funziona da carillon: quando soffia il vento batte contro la campana nel quale è sospesa ¦foto¦. Le altre figure che sono sulla struttura a cuspide sono angeli per indicare che Sadako è un angelo, in cielo con gli altri angeli (le persone perite per la bomba). Ogni anno arrivano milioni di origami a forma di gru da tutto il Giappone, ed il mondo. Questi oggetti sono conservati nel Peace Memorial Museum, il ‘Museo della Pace’. Nel 1961 Karl Bruckner pubblicò in Germania “Sadako will leben” che dalla prima edizione italiana del 1966 sarà conosciuto come “Il grande sole di Hiroshima”. Harry S. Truman si spense in un ospedale di Kansas City nel Missouri il 26 Dicembre 1972 all'età di 88 anni. Claude Robert Eatherly, comandante del ricognitore Number 13, che aveva dato l'OK meteo per il bombardamento di Hiroshima, morì di cancro appena 59enne a Houston il 1° Luglio 1978. Papa Wojtyla visitò il ‘‘Parco della Pace’’ ed il vicino Children's Peace Monument nel Febbraio 1981 [leggi qui]. Enola Gay Hazard vedova Tibbets si spense nel Maggio 1983 a Delray Beach in Florida; aveva 89 anni. Nel Marzo 1985 la struttura del cenotafio di Hiroshima fu ricoperta con granito. La scritta in giapponese ai piedi della struttura recita: Che possano tutte le anime qui rimanere in pace; che per noi non si ripetano questi eventi. La parola <<noi>> nell'iscrizione può essere intesa come ‘‘tutti noi’’ oppure ‘‘ognuno di noi’’.  Il 6 Agosto 1990 una statua in bronzo a grandezza reale raffigurante Sadako fu collocata nel Peace Park di Seattle. Negli anni Novanta la clinica Shima divenne chirurgica e così furono anche ridotti i posti letto. L'ex ospedale della Croce Rossa/Hiroshima A-bomb Hospital fu demolito nel 1993 e ricostruito; comunque sia, rimane una sezione esposta all'esplosione. Il 5 Dicembre 1996 il World Heritage Committee dell'UNESCO decise che il A-bomb Dome fosse inserito nella lista dei patrimoni dell'umanità. Fujiko Sasaki si spense nel 1998 all'età di ottant'anni. Thomas Wilson Ferebee morì il 16 Marzo 2000 a Windermere in Florida per un cancro al pancreas all'età di 81 anni. Shigeo Sasaki si è spento ad inizio Febbraio 2003; l'87enne era malato di tumore da un anno. Dal 1955 aveva fatto conoscere la storia di sua figlia alle scolaresche del Giappone, e non solo. Il restauro di Enola Gay, iniziato nel 1984, fu ufficialmente completato il 18 Agosto 2003. Dal successivo 15 Dicembre l'aereo è visitabile al Steven F. Udvar-Hazy Center, un hangar-museo nell'area dell'aeroporto di Washington D.C. Il “Registro delle vittime della bomba atomica di Hiroshima” è regolarmente aggiornato; vi sono aggiunte le hibakusha morte entro il 5 Agosto dell'anno precedente, anche per altre cause non correlate alla bomba. Ogni 16 Maggio i volumi vengono posti ai piedi del cenotafio in maniera che chiunque può sfogliarli. Per provare a costruire una gru di carta come quelle di Sadako andate a questo sito. Se invece volete spedire un origami da porre sul Children's Peace Monument questo è l'indirizzo: 1 Nakajimacho, Naka Ward, Hiroshima, 730-0811, Giappone. Paul Warfield Tibbets Jr. si è spento nella sua casa di Columbus nell'Ohio il 1° Novembre 2007 all'età di 92 anni. Tibbets proseguì la carriera nell'USAF, nel 1964 venne mandato in missione diplomatica in India; ci rimase fino al Giugno 1966 quando fu fatto tornare per le vibranti proteste dei partiti locali. Il 31 Agosto 1966 lasciò, dopo 29 anni di servizio, l'Aeronautica militare con il grado di Brigadier generale. Così da civile trovò lavoro alla EJA [oggi NetJets], una compagnia di aereo-taxi con sede a Columbus. Dal 1976, per dieci anni, ricoprì il suo ruolo di presidente; infine andò in pensione nel 1987. Secondo le sue volontà, e anche per le minacce di futuri atti vandalici sulla tomba, venne cremato. Le ceneri furono poi disperse sul canale della Manica che aveva attraversato molte volte in volo durante la guerra. Ovviamente anche lui, come quasi tutti i componenti degli equipaggi dell'Enola Gay e Bock's car), ha sempre detto di aver <<fatto il proprio lavoro>> ¦fonte¦. Il 1° Agosto 2009 il figlio del dottor Shima si ritirò e divenne direttore onorario della struttura ospedaliera. Nuovo direttore è il nipote di Kaoru Shima, terza generazione della famiglia. Nell'Agosto 2012 Clifton Truman Daniel, nipote di Harry S. Truman, per il 67° anniversario di Hiroshima ha incontrato Masahiro Sasaki ¦fonte¦. L'ultimo membro dell'equipaggio dell'Enola Gay, il navigatore Theodore Van Kirk, è morto il 28 Luglio 2014. Il 93enne si è spento nella sua casa di Stone Mountain nella Georgia; nell'Agosto 1946 lasciò l'esercito con il grado di maggiore, si specializzò in chimica e lavorò alla DuPont per 35 anni. Van Kirk disse sempre <<di non aver mai provato rimorsi>>. L'11 Aprile 2016 John Kerry, insieme ai capo delle diplomazie di Regno Unito e Francia, ha fatto visita al “Parco della Pace”. L'occasione era il summit dei ministri degli Esteri del G7. Per la prima volta, un funzionario di alto rango di Washington ha reso omaggio alle vittime. Kerry anche lasciato un messaggio nel libro degli ospiti del ‘‘Museo della Pace’’ [Heiwa Kinen Shiryōkan]. I ministri si sono fatti ritrarre con collane di gru di carta in onore di Sadako Sadaki, a cui è riservato un ampio spazio nel Museo. Il Segretario di Stato americano ha voluto ribadire un tabù: non ci sarà alcuna "scusa formale" per i bombardamenti atomici. Nel pomeriggio del 27 Maggio 2016 il presidente degli Stati Uniti ha fatto visita al “Parco della Pace”. Ha lasciato quattro gru nel Peace Memorial Museum. Dopo un accorato discorso, pur senza chiedere scusa, Barack Obama ha incontrato alcuni hibakusha. In particolare ha sorretto, ed abbracciato, uno di essi. Nel Novembre 2019 papa Francesco ha visitato il Peace Memorial Park; non risulta che abbia fatto visita al vicino Children's Peace Monument.

NOVEMBRE

« Acqua. »

prima di cadere in coma

Sofia Federica Augusta di Anhalt-Zerbst

(Caterina II; dal 1762 ‘Caterina la Grande’)

Imperatrice consorte di Tutte le Russie {05.01.1762-09.07.1762}

Imperatrice autocrate di Tutte le Russie {09.07.1762-17.11.1796}

A. Stettino (Pomerania) [allora Regno di Prussia; oggi Polonia], 02.05.1729

Ω. San Pietroburgo ¦Palazzo d'Inverno¦ 16.11.1796 21:45

 ictus avvenuto verso le 9  link

DICEMBRE

« Non ti vedrò più. »

al suo amico Francisco

João Baptista da Silva Leitão de Almeida Garrett (Almeida Garrett)

poeta, scrittore e politico (ministro e segretario di Stato per gli affari esteri)

A. Porto, 04.02.1799

Ω. Lisbona, 09.12.1854 18:30

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